Non ha pretese e nemmeno attese spasmodiche per lo spettatore smaliziato. In effetti, "I Puffi" di Raja Gosnell non nasce sotto i migliori auspici, soprattutto considerando il cast (vocale e non) piuttosto disomogeneo. Ma qualcosa va storto nell'ottica pregiudizievole di chi parla prima di guardare, perché, nonostante il carattere ludico e la prospettiva infantile, l'operazione filmica in sè convince e intrattiene. Forse la chiave di (s)volta sta nella combinazione ben orchestrata tra il mondo tipico degli ominidi blu, medievale, fuori dal tempo e dallo spazio, e una New York che appare, fin da subito, normalizzante. Il contrasto è interessante, soprattutto ad osservarlo dall'esterno e a cogliere il mutamento/spaesamento di entrambe le piattaforme. passata e fantastica, moderna e reale. Certo la digressione è teatralizzata, qualche pseudo volgarità post-Shrek latente, ma la commistione live-action, grazie ad ottimi protagonisti (Neil Patrick Harris che abbozza allo slapstick all'inizio, Hank Azaria che si adatta perfettamente al personaggio di Gargamella) è riuscita più che altrove (soprattutto a ricordare le recenti, pessime trasposizioni dell'Orso Yoghi e del Coniglietto pasquale Hop). Un po' meta-narrativo e meno legato ad un'impostazione ambigua rispetto al cartoon omonimo, che univa ad una competenza visiva artistica anche uno studio dei caratteri più oculato e tipizzato, il film dei "Puffi" è un piacevole divertissement da svincolare dalla creazione originale di Peyo per evitare comparazioni improprie e che si risolvono immediatamente a favore della versione animata che ha appassionato molte generazioni infantili.
Non ha pretese e nemmeno attese spasmodiche per lo spettatore smaliziato. In effetti, "I Puffi" di Raja Gosnell non nasce sotto i migliori auspici, soprattutto considerando il cast (vocale e non) piuttosto disomogeneo. Ma qualcosa va storto nell'ottica pregiudizievole di chi parla prima di guardare, perché, nonostante il carattere ludico e la prospettiva infantile, l'operazione filmica in sè convince e intrattiene. Forse la chiave di (s)volta sta nella combinazione ben orchestrata tra il mondo tipico degli ominidi blu, medievale, fuori dal tempo e dallo spazio, e una New York che appare, fin da subito, normalizzante. Il contrasto è interessante, soprattutto ad osservarlo dall'esterno e a cogliere il mutamento/spaesamento di entrambe le piattaforme. passata e fantastica, moderna e reale. Certo la digressione è teatralizzata, qualche pseudo volgarità post-Shrek latente, ma la commistione live-action, grazie ad ottimi protagonisti (Neil Patrick Harris che abbozza allo slapstick all'inizio, Hank Azaria che si adatta perfettamente al personaggio di Gargamella) è riuscita più che altrove (soprattutto a ricordare le recenti, pessime trasposizioni dell'Orso Yoghi e del Coniglietto pasquale Hop). Un po' meta-narrativo e meno legato ad un'impostazione ambigua rispetto al cartoon omonimo, che univa ad una competenza visiva artistica anche uno studio dei caratteri più oculato e tipizzato, il film dei "Puffi" è un piacevole divertissement da svincolare dalla creazione originale di Peyo per evitare comparazioni improprie e che si risolvono immediatamente a favore della versione animata che ha appassionato molte generazioni infantili.
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