6.0 su 10
Difficile dare un giudizio organico su un film come questo. E anche difficile discernere un lato critico da uno emotivo, giacchè spesso i due livelli si intersecano a tal punto da rendere la matassa molto complessa da sciogliere. Quindi ho deciso, di getto, di riportare, le due considerazioni, in modo veloce e intuitivo. "Carissima Me" è un prodotto medio, allineato alla lunga sequela di film con protagoniste donne emancipate, magari con quel tocco naif che viene direttamente dalla regina delle piccole cose "Amelie", che in Francia è diventata una sorta di riferimento nazionale per quanto concerne la cinematografia (e non solo). Quindi niente di particolarmente interessante o nuovo, con l'ovvia aggiunta che non è un regista/autore a dirigere il tutto, ma un regista/mestierante come Yann Samuell, legato ad un'ottica ibrida, senza una grande presa critica e con qualche asso nella manica in termini di successo personale. "Carissima Me" è un patchwork irreale come il nulla, che cade, attraverso lo stratagemma epistolare, in un ridicolo/assurdo da soap-opera, anche con una componente stucchevole non da poco. Anche la bellezza di Sophie Marceu non è il cavallo di battaglia del film, nonostante il suo sia un ruolo visto tante volte da conquistare in maniera matematica con qualche furbata interpretativa e collante personale non da poco. La cosa migliore del film rimane però l'aggancio all'infanzia, ai vecchi ricordi, alle immagini nitide o meno, alle istantanee, ai cimeli che giungono dal nulla, alle composizioni di bambini, alle parole/promesse maturate un tempo, agli affetti sfiniti/sfioriti da ritrovare, alle persone perse di vista per sempre. In questo il film è coinvolgente come pochi, capace di descrivere un mondo di immaginazione con grande cura del dettaglio e di accendere i ricordi in chi guarda, alimentando la malinconia. E, per questo, nonostante tutti i difetti, "Carissima Me" ci fa sentire/percepire qualcosa, magari riaprendo un sogno che non ci ha mai abbandonato. Stucchevole, forse, ma travolgente.
Difficile dare un giudizio organico su un film come questo. E anche difficile discernere un lato critico da uno emotivo, giacchè spesso i due livelli si intersecano a tal punto da rendere la matassa molto complessa da sciogliere. Quindi ho deciso, di getto, di riportare, le due considerazioni, in modo veloce e intuitivo. "Carissima Me" è un prodotto medio, allineato alla lunga sequela di film con protagoniste donne emancipate, magari con quel tocco naif che viene direttamente dalla regina delle piccole cose "Amelie", che in Francia è diventata una sorta di riferimento nazionale per quanto concerne la cinematografia (e non solo). Quindi niente di particolarmente interessante o nuovo, con l'ovvia aggiunta che non è un regista/autore a dirigere il tutto, ma un regista/mestierante come Yann Samuell, legato ad un'ottica ibrida, senza una grande presa critica e con qualche asso nella manica in termini di successo personale. "Carissima Me" è un patchwork irreale come il nulla, che cade, attraverso lo stratagemma epistolare, in un ridicolo/assurdo da soap-opera, anche con una componente stucchevole non da poco. Anche la bellezza di Sophie Marceu non è il cavallo di battaglia del film, nonostante il suo sia un ruolo visto tante volte da conquistare in maniera matematica con qualche furbata interpretativa e collante personale non da poco. La cosa migliore del film rimane però l'aggancio all'infanzia, ai vecchi ricordi, alle immagini nitide o meno, alle istantanee, ai cimeli che giungono dal nulla, alle composizioni di bambini, alle parole/promesse maturate un tempo, agli affetti sfiniti/sfioriti da ritrovare, alle persone perse di vista per sempre. In questo il film è coinvolgente come pochi, capace di descrivere un mondo di immaginazione con grande cura del dettaglio e di accendere i ricordi in chi guarda, alimentando la malinconia. E, per questo, nonostante tutti i difetti, "Carissima Me" ci fa sentire/percepire qualcosa, magari riaprendo un sogno che non ci ha mai abbandonato. Stucchevole, forse, ma travolgente.
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