Tv-Movie of the day - Quei bravi ragazzi


Stasera su Rete 4 alle 23,35

Per "Godfellas" di Martin Scorsese ho sempre avuto una certa attenzione. Caso più unico che raro, il film mostra in poco più di due ore un itinerario temporale che fu esplicitato in tre film di Coppola. Al di là delle differenze sostanziali nello svolgimento dell'intreccio e nella varietà del soggetto, infatti, Scorsese ha la capacità di sintetizzare un discorso ampio, aperto a diverse prospettive, in un condensato temporale breve. E così, fin dal poster più noto, "Godfellas" non è solo un film incentrato su Henry Mill, ma uno squarcio temporale in cui la coralità domina continuamente. Si può dire che, con impostazione diversa, "Godfellas" sia il gangster-movie della modernità, quel sottogenere che perde le sue caratteristiche teatrali-enfatiche del capostipite "Il Padrino", a  sua volta vicine ad alcune scene cult di pellicole degli anni '30 (mi viene in mente il finale di "Nemico pubblico" con James Cagney) e diventa un classico dell'azione. Anche la macchina da presa segue strade diverse, con ampio uso della steadycam e un montaggio complesso, caratterizzato da ampi raccordi musicali. In tutto questo, gli attori sono in grado di tenere la scena con piglio e forza. L'Actor's Studio, in qualche caso, è evidente, ma non c'è nemmeno (come nel "Padrino") uno Strasberg a dare sfoggio della sua incredibile bravura. Il film, ben fotografato da Michael Ballhaus, sorta di abitudinario per Scorsese, punta sull'ensamble e se De Niro spicca è soprattutto per la sua capacità di entrare in empatia con il pubblico. Ma Joe Pesci è altrettanto valido. Uno dei tanti masterpiece di genere.

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