Io, Loro e Lara:
Praticamente una boutade mascherata da prodotto sociale. La mano della CEI si vede, ed è molto marcata (tra l'altro mi sa che Ratzinger non approverebbe). Verdone sembra un povero pretuncolo in crisi esistenziale. Il mondo attorno a lui popolato da nevrotici anormali. Non si ride, non si piange, non si prova. E dei personaggi "no-impressive" ne facciamo a meno. C'è Laura Chiatti, recordwoman dei film Medusa. Manca giusto la Buy (ma c'è la Bonaiuti) e il parterre è completo. Regia elementare. Sonno. Tanto Sonno.
Voto: 3,5/10
Il riccio:
Dal romanzo del momento (in realtà di tanti momenti prima, all'uscita del film), un film preconfezionato piuttosto saccente, poco emotivo, girato senza guizzi. E se Paloma ha quel non so che di nerd depressa, lo deve alle battute, non all'interprete. Meglio la portinaia, Renèe, che punta tutto sulla gestualità e l'espressione. Grazie alla Balasko, vera interprete di razza. Ecco, partendo da lei, si potrebbe optare per un nuovo rifacimento del testo, con quella poesia stralunata originaria che il film rende in minima parte. Il film è un racconto su tante cose, senza esserne una vera riflessione. Non sarà da buttare, ma non arriva alla sufficienza.
Voto: 5/10
Soul Kitchen:
Fatih Akin non è un genio, casomai un gran venditore di prodotti più o meno artistici. E "Soul Kitchen" è la sua inflessione easy, commerciale, culinaria. Presentato a Venezia 2009, con successo inspiegabile, è una commedia semi-divertente sul mondo culinario, iscritta nel solito ambiente di disgregazione e difficoltà locali. I Turchi in Germania, solito argomento. Lo spunto non è originale, le storie che si intrecciano simpatiche, ma alcuni momenti autoreferenziali. E si cade spesso nel clichè, mentre i difetti superano i pregi.
Voto: 6/10
Avatar:
Non Pevenuto, ovvero l'ho visto ma l'unica cosa che ricordo è che l'attesa estenuante per la conclusione. Si può fare un film mostruoso dal budget/boxoffice gigantesco e annoiare a morte lo spettatore? Si, se si tratta di un'opera d'arte visiva, in cui la narrazione sta a zero. Ci saranno sequels, che eviterò accuratamente. E James Cameron ha creato un mostro, in cui lo splendore esterno di Pandora sta alla sceneggiatura alla Michael Bay (in termini di livello di qualitativo, non di scelte di copione).
Voto: 4/10
La prima cosa Bella:
"La senti questa voce...". Il Virzì ispiratissimo (e da supportare senza se e senza ma) della commedia italiana classica, corale, con un cast perfetto, un lungo excursus di momenti biografici e un'amore per la semplicità, per il buongusto, con l'occhio di un regista che sa essere intenso ma anche visivamente interessante. "La prima cosa bella" è un colpo al cuore, ben scritto, e tanto vivo. Un lungo viaggio a ritroso nell'infanzia, nella maternità "mammona", nel passato. Una splendida Micaela Ramazzotti, popolana quanto basta, lascia spazio ad una più compita (m altrettanto brava) Stefania Sandrelli, mentre Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi sono i narratori indiretti di un tempo di formazione tanto affascinante e bello, quanto disperato e mancante di stabilità. Resoconto con retrogusto, dramma e commedia. Una riflessione vera e verace. Meritevole.
Voto: 8/10
A Single Man:
Tom Ford dirige il suo primo film e intaglia una visione da dramma interno con scatti fotografici da rivista di moda. E il film gira a vuoto, rimane freddo, finisce nell'essere mera citazione di campionari avanguardisti e di qualche regista moderno. Alla fine, valida è l'atmosfera, la musica, splendida, di Shigeru Umebayashi, ma niente guizzi. Attori in parte, Colin Firth maestoso e brillante, da Oscar (più di Bridges), ma l'esercizio di stile è in agguato. Soprattutto se si parte con il proposito di diventare il nuovo Wong-Kar-Wai.
Voto: 6/10
Tra le Nuvole:
Jason Reitman spiazza con un racconto che andrebbe bene per Michael Moore e delinea dei ritratti (verosimili con interpreti minori davvero licenziati) forti ma mai esorbitanti. E soprattutto complica il tutto, inserendo degli attori professionisti, con storie, menages, punti interrogativi e crudeltà. Clooney è un tagliatore di teste, un uomo che licenzia, senza colpo ferire. Crisi Economica. L'accompagnano due donne: la sensuale (ma il nudo di spalle dice non essere suo) Vera Farmiga e la giovanissima Anna Kendrick. Alla fine i nodi vengono al pettine, per restare così come sono. Con tanto di voli intercontinentali. Belli i titoli di testa (come al solito).
Voto: 7,5/10
Nine
Musical, Bob Marshall, grande cast, Fellini, 8 1/2. Tutti i termini (o quasi) sono in contraddizione. Ne esce un orrendo, tra i più brutti dell'anno, pasticcio in cui ogni cosa è messa lì per annoiare e far disperare lo spettatore. Daniel Day Lewis cerca di salvare il salvabile, ma Mastroianni lo disintegra. Sophia Loren è un fantasma rifatto da capo a piedi. Meglio la Cotillard, che canta bene. La Cruz se la cava, come la Kidman. Ma fa inorridire Kate Hudson e il suo "Cinema Italiano". Per non parlare delle comparsate Italiane. Marshall riesce nell'impensabile: trasformare un musical, che si caratterizza, in genere, per il carattere sincopato, in un film lungo e poco accattivante, per non dire noioso. E sbaglia anche coreografia e scene di sfondo. "Chicago" è su un altro mondo, sebbene sia imperfetto. "Moulin Rouge" l'ha diretto un altro e si vede.
Voto: 3,5/10
L'uomo che verrà:
Storia e Storie. Marzabotto e le sue vittime. Diritti usa il dialetto, come ne "Il vento fa il suo giro" e regala un film di grande impegno civile. Un film che alimenta qualcosa che si perde nel vuoto di una storia incompresa , taciuta, stigmatizzata, non adeguatamente rimembrata. Usa la favola, per colpire. E ci riesce, nonostante qualche difetto e qualche eccessivo e non originale riferimento. La storia di una famiglia diventa la storia di una comunità, la crudeltà è insostenibile. Ci sono attori principi, bravi, e attori "di strada" altrettanto bravi. E ci sono i bambini. Gli occhi guardano avanti, al futuro, all'uomo che verrà, solcati dalla sofferenza di chi diventa grande troppo presto. E' un film storico, ma anche un pamphlet sull'ifanzia. E Greta Zuccheri Molinari è l'interprete italiana dell'anno.
Voto: 8/10
Sarei molto interessato ad avere un vostro parere sui film usciti nel Gennaio 2010, anche per recuperare film non visti.
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