Un weekend da bamboccioni

Adam Sandler non è l'unico responsabile di questo scempio da tv del pomeriggio, con evidente necessità di tagli (e chissà perchè film del genere non si tagliano mai in Tv). Ne sono responsabili tutti i comici decaduti che hanno accettato di farne parte, da Chris Rock a Kevin James. Ne è responsabile Salma Hayek, che farebbe meglio a dedicarsi ad altro, dopo aver scelto una strada forse remunerativa ma del tutto fuori dalla portata di chi ha interpetato "Frida". Ne è responsabile, soprattutto, Dennis Dugan e la sua dosa di familismo zuccherosa e finta, la sua incapacità di essere scorretto (ci riusciva, unica caso della sua carriera, in "Zohan", per metà del film), la sua esposizione a cliclè sessuali, la sua scaltrezza in ambito economico, accompagnata da un travestimento del genere. Più che un racconto agrodolce, come si poteva auspicare (riconciliazione alla "Grande Freddo" di un gruppo di amici), è un racconto amaro. Ma non per i protagonisti-personaggi, che sembrano star facendo una gita fuori porta, quanto per chi è costretto a vedere le loro amenità, le loro volgarità, le loro insensatezze, le loro famiglie, tanto strane e tanto belle, i loro figli problematici e caciaroni, le loro figlie scosciate, le loro manie. Non si salva niente, e l'intera vicenda è fondata sulla presa in giro. La sceneggiatura, puramente descrittiva, si limita a narrare, in fine, di questa nuova prospettiva acquisita dalla convivenza delle famiglie. E pretende di fare del moralismo pacificatore l'unica possibilità. Film per famiglie, secondo alcuni, ma proprio terra terra, quelle che vanno a vedere De Sica e che insegnano i propri figli a cercare l'ignoranza e la volgarità come barlume di tradizione. Veramente risibile e ridicolo.

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