La saga "Bourne" è una delle ultime perle dell'action puro da intrattenimento. Il primo capitolo, girato da Doug Liman, è asciutto, ma alquanto semplicistico. Meglio il secondo e soprattutto il terzo targati Paul Greengrass. Interprete è Matt Damon, alla ricerca del proprio passato. Jason Bourne è stato un agente della Cia e oggi si trova in una fuga spericolata dalla stessa agenzia. Franka Potente principale protagonista femminile del primo. A partire dal secondo, invece, Julia Stiles diventa personaggio di punta.
Adrenalina-meter: 85%
"Sciarada" è una tipologia di film molto diversa. Si tratta di uno dei pochissimi casi in cui l'elemento action viene mediato da argomentazioni sentimentali, e, in via indiretta, storiche. La costruzione è perfetta, il film un piccolo capolavoro di sceneggiatura, articolato con competenza e dai risvolti notevoli. C'è una coppia in stato di grazia, seppur perennemente sul filo della rottura, formata da Audrey Hepburn e Cary Grant. E l'elemento thriller è costante, i villain doppiogiochisti anche. Matthau in un ruolo difficile. Dirige Stanley Donen.
Adrenalina-meter: 65%
Per molti versi "L'ombra del potere" è un film non riuscito. E' lento, lungo, poco coordinato. E soprattutto piuttosto ambiguo nella definizione di genere. Si tratta infatti di un film sull'umanità dei personaggi. O, meglio, sulla psicologia duplice dell'agente segreto. Inoltre si pone come argomentazione a priori, descrivendo la formazione, nel sistema statunitense, dei servizi segreti. E la motivazione politica è dominante. Dirige De Niro, anche protagonista, nel cast Matt Damon, Angelina Jolie, Alec Baldwin.
Adrenalina-meter: 45%
"Burn after reading" deluse molti fan dei Coen. Personalmente, trovo che si tratti di un lavoro piuttosto riuscito, molto affine alla concezione caotica del mondo, tipica dei fratelli. Il film è un insieme di singole storie che si intrecciano in modo assurdo. E' l'assurdo a dominare, dall'iniziale ritrovamento di un cd di un uomo della Cia, congedato per assunzione di alcool (Malkovich), in una palestra, alle ripercussioni che questo evento avrà sulla vita dei personaggi, peraltro legati tra loro con una tipologia di incontro-scontro che è insieme casuale, ma anche costruita alla perfezione. Il film è una macchina ad orologeria, con grandi attori e piccole parti fondamentali. Si distingue Brad Pitt, mentre Clooney rifà sè stesso.
Adrenalina-meter: 75%
George Clooney esordisce alla regia. Il film, in realtà, è più vicino allo sceneggiatore, che condiziona molte scelte narrative o almeno le rende complicate e ambigue. Nonostante Charlie Kaufman, "Confessioni di una mente pericolosa" sembra un film troppo sconnesso per convincere e risulta spesso antipatico e disturbante. Sam Rockwell è geniale, meno il resto del cast. La storia è quella fanta-reale di Chuck Barris, showman prestato al lavoro investigativo per la Cia. Nel cast Julia Roberts, Drew Barrymore.
Adrenalina-meter: 65%
"La guerra di Charlie Wilson" è un prodotto godibile e insieme satirico di una storia vera. La storia di quel politico giunto all'elezione in tandem con la Cia e chiamato ad inviare armi agli afghani contro l'invasione sovietica nel periodo della guerra fredda. Accanto a lui, una ricca donna profondamente anticomunista, Julia Roberts e un esecutore della Cia, realmente notevolissimo e completamente folle Gust Avrakotos, affidato a Philiph Seymour Hoffman. C'è anche Amy Adams, anche se in poche sequenze. E' un film scollacciato e simpatico con un nuovo tipo di approccio ad una materia spinosa.
Adrenalina-meter:50%
In questo caso la presenza della Cia è incidentale. Ma il film intero, capolavoro di Polanski, è completamente intessuto da un'atmosfera che non può che essere ricca di tensione, anche trattenuta, e di angoscia. Inoltre il "ghost-writer" agisce come un vero agente dei servizi segreti, in un mondo dominato dalla doppiezza e dall'inattingibilità di una verità, che si modifica incessantemente, fino al finale. Un film interiore, perfetto, con grandi protagonisti e la mano di un regista cult. Pierce Brosnan espressivo, ma a colpire è soprattutto Ewan McGregor.
Adrenalina-meter:75%
"I tre giorni del Condor" è il vero capolavoro del genere. Pollack costruisce un giallo oppressivo, basato sull'impossibilità di credere nella buona fede altrui e sul mistero, in un crescendo che mette in luce chiaramente le motivazioni politiche. Tutto comincia con l'uccisione di un compartimento intero della Cia, una piccola sezione distaccata in città. D'allora in avanti, dopo un inizio soft, a livello narrativo, la macchina parte alla grande, non disdegnando un rapporto sessuale molto forte tra Redford e la Dunaway.
Adrenalina-meter: 80%
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