Stasera in Tv alle 19,35 su Sky Cinema Hits "Good Night, and Good Luck"




Stanze scure, particolari chiari, bianco su nero, il faro dipinge da lontano le molteplici rughe di espressione di un volto che sa difendersi ed attaccare, una sigaretta tra il medio e l’indice, un soffio di fumo infesta l’aria. Edward R. Murrow ci ricorda la “Grande Guerra”, ma forse, nella tomba dove riposa il suo corpo, o nell’inconsistenza dell’anima sua, votata al vero e allo smantellamento, vorrebbe essere ricordato per i contenuti energici dello show che conduceva da New York, con una squadra affiatata, e con l’incisività consapevole che non possa esistere un giornalismo neutrale, o quantomeno un giornalismo esclusivamente informativo. Non si parla di invettive d’assalto, ma di posizioni che la storia ha fatto sue, giungendo alla mozione di censura approvata contro il senatore “folle”, quel Joseph McCarthy in realtà volutamente populista e profondamente opportunista, dai pochi capelli e dalle menzogne montate su come fossero verità (d’altronde, ricorda Furio Colombo, che le commissioni parlamentari, nel sistema statunitense, e in modo diverso da noi, fungono da tribunale). Il film, girato con perizia notevole da Clooney, è un pamphlet civile ammirevole e soprattutto un documento prodigioso di affermazione storico/politica. E', nel suo essere documento, un documentario sotto forma di fiction, che sostituisce ai personaggi attori bravissimi (David Strathairn è fenomenale, e la sua bravura sta anche nell'attitudine teatrale e nell'atteggiamento british), oppure li fa direttamente vedere nelle immagini di repertorio, montate ad hoc. Il piglio di ricostruzione e di meditazione, con una soundtrack jazz non invadente, è accompagnato da un'analisi politica che presuppone la conoscenza di alcuni elementi tipici del sistema presidenziale Americano, oltre al necessario inquadramento storico. E le metafore colte, come il riferimento al "Giulio Cesare" di William Shakespeare, non sono intellettualismi inutili, ma funzionali ad un discorso giornalistico e di retorica politica sopraffini e non volgarizzati.
“La colpa, caro Bruto, dirà Cassio, non è nelle nostre stelle, ma …in noi stessi”. Parole durissime, quelle pronunciate da Murrow, in un’epoca di tanti suicidi indotti dalla presunzione di colpevolezza, senza prove. Questo film, in un'ira e mezza, è un viaggio sui limiti e i difetti della democraziam e sull'importanza della libertà, oltre ad essere un resoconto che presuppone la comune accettazione di regole costituzionali e non di spauracchi che tendono alla "caccia alle streghe".Murrow, tramite la voce di Strathairn, vi augura "Buona notte, e Buona fortuna", mentre la fotografia con un cromatismo bianco e nero costante, dell'ottimo Robert Elswit, vi saluta, ricordando i vecchi film, le vecchie inchieste, e un alito di fumo pervade la stanza vuota. Un cast eccellente con Patricia Clarkson, Frank Langella, Jeff Daniels e Robert Downey Jr. tra i nomi noti, oltre a Clooney, si intende.

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