In primis, il film è stato osteggiato in modo brutale e quasi inutile. L'opinione di un "ritratto umano" del Fuhrer è inverosimile e anche offensiva verso chi ha realizzato la pellicola, che non ha avuto per un attimo l'esitazione di un giustificazionismo. Va detto, senza tanti fronzoli, che la pubblicità negativa ha aiutato molto un film che, nonostante alcuni pregi, non è che una lunga fiction storica, ben recitata e da prima serata, con una resa tecnica cinematografica, qualche guizzo che trascende i generi (ma è la stessa storia ad aver creato queste situazioni mostruose, non il regista, Oliver Hirschbiegel, a cui va dato merito di creare, semmai, un climax emozionale finale che lascia senza fiato). Per il resto, interessante, la scelta di un momento delicatissimo della guerra mondiale: la fase immediatamente precedente alla prese di Berlino, con gli eserciti russi e quelli anglo-americani ad accerchiare la città, dopo e durante i bombardamenti. Entra in gioco la finzione narrativa, almeno in parte, ma anche una certa volontà di attenersi al punto di vista storico accettato (per i negazionisti, in genere, e per i complottisti non è lasciato spazio di manovra). E più che la storia degli ultimi giorni di Hitler, è piuttosto l'insieme delle sottotrame anche strategiche a dare un'impressione di conoscenza completa e accurata. Ancora il bunker sotterraneo di Berlino è il luogo in cui si intreccia la coralità delle azioni e in cui si dipanano i destini dei personaggi/persone, segnati da ciò che accade, anche inconsapevolmente. A questo proposito, le interviste realizzate ai sopravvissuti, compromessi, a volte loro malgrado, con il nazismo, sono l'indice di una volontà di chiudere un cerchio che pesa in modo troppo gravoso sulle coscienze individuali. Ma non bisogna dimenticare che a Norimberga, coloro che pagarono furono molti inferiori a coloro che avrebbero dovuto pagare. Hitler c'è, anche se il bravo Bruno Ganz fa ciò che può, ma nessuno può riuscire ad interpretare il soggetto in modo realistico, forse, perchè, nonostante tutte le informazioni, Hitler è una figura dell'orrore che si può intendere solo con la commedia, e non ascrivibile nè ad una normalizzazione, nè ad una estremizzazione parossistica. |
Commenti
Per me comunque l'interpretazione di Ganz rimane una delle migliori che il cinema abbia mai offerto, per realismo e passione. Certonel film forse appare la parte umana del dittatore però secondo me non aveva senso aggiungere parti che lo rendessero disumane, piuttosto far vedere come nella disperazione anche chi si è reso fautore di azioni atroci alla fine sia costretto a soccombere e abbassare la testa.
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