“21” è la raffigurazione di casinò luccicanti come paillettes, di groupies, di shakerati cocktail ad alto tasso alcolico; è un’oasi della perdizione dove si ergono miniature illuminate a festa di monumenti simbolici, dove la pace dei sensi è rotta da un rumoroso coito di limousine a vetri aperti, dove l’identità è un identikit che poche volte è realtà. Peccato che un serial Tv di qualche anno fa, peraltro non memorabile, descriva questo mondo molto meglio di un'operazione cinematografica del genere.”A Las Vegas, non sei ciò che sei, sei ciò che vuoi”. Nell’ottica filmica, in cui un gruppo di puntatori studenti-geni della matematica riesce a tenere a mente le carte di un mazzo e a scambiare segnali con destrezza e prontezza, nella corsa al 21 del Blackjack, mescolando applicazioni teoriche di complessi teoremi, come la teoria newtoniana, in relazione al cambio di variabili. La Vegas è uno stereotipo e, a differenza del serial con James Woods, anche piuttosto scontato e non ben recitato. E' un lungo strascico di idee già viste e Kevin Spacey non sembra più lui. Il film si lascia guardare, con l'accortezza di evitare di andare con la medesima tecnica al casinò e dimenticandoci di troavre l'originalità. D'altronde da Robert Luketic, non è che ci aspettassimo altro.
“21” è la raffigurazione di casinò luccicanti come paillettes, di groupies, di shakerati cocktail ad alto tasso alcolico; è un’oasi della perdizione dove si ergono miniature illuminate a festa di monumenti simbolici, dove la pace dei sensi è rotta da un rumoroso coito di limousine a vetri aperti, dove l’identità è un identikit che poche volte è realtà. Peccato che un serial Tv di qualche anno fa, peraltro non memorabile, descriva questo mondo molto meglio di un'operazione cinematografica del genere.”A Las Vegas, non sei ciò che sei, sei ciò che vuoi”. Nell’ottica filmica, in cui un gruppo di puntatori studenti-geni della matematica riesce a tenere a mente le carte di un mazzo e a scambiare segnali con destrezza e prontezza, nella corsa al 21 del Blackjack, mescolando applicazioni teoriche di complessi teoremi, come la teoria newtoniana, in relazione al cambio di variabili. La Vegas è uno stereotipo e, a differenza del serial con James Woods, anche piuttosto scontato e non ben recitato. E' un lungo strascico di idee già viste e Kevin Spacey non sembra più lui. Il film si lascia guardare, con l'accortezza di evitare di andare con la medesima tecnica al casinò e dimenticandoci di troavre l'originalità. D'altronde da Robert Luketic, non è che ci aspettassimo altro.
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