Ridley Scott sembra Tony Scott. Perde intelligenza, lascia sulla strada la complessità, e riduce il tutto a un "body of lies". E' un film sciatto, che segue una direzione labile, sceneggiato come se l'ipervelocità fosse garanzia di azione, con uno dei due protagonisti, Russel Crowe che cita Clooney nel capello brizzolato, imbolsito e l'altro, Di Caprio barbuto, che sembra un neo Joaquin Phoenix senza mordente, e una serie di comprimari paradossalmente più forti (penso a Mark Strong). Niente rimane del rapporto verità/menzogna, fiducia/mancanza di fiducia. Niente rimane di un intreccio che si dimentica di essere un thriller e lascia spazio a momenti soporiferi e melensi. Ridley Scott usa il lanternino della prevedibilità, e forse, nella sua ripetizione schematica, pensa di cogliere nel segno. In realtà, è freddo e statico, come Tony, ma anche retorico fino al pessimismo. Una carriera gettata al vento.
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