Stasera in tv alle 21,00 su Rai Movie I segreti di Brokeback Mountain






"I segreti di Brokeback Mountain" può essere annoverato come uno degli ultimi film cult del primo decennio del nuovo secolo. Per quanto ne riveda dei limiti chiari, perciò, non posso non prestarmi ad un giudizio largamente positivo. La storia di due uomini che si innamorano pazzamente, adattata da un minuscolo racconto di Annie Proulx, è di per sè una miccia esplosiva. Non due uomini qualunque, ma due forzuti mascolini, nel vecchio Wyoming anni '60, e non nella New York anni '2000. Due mandriani, diversi in tutto, dall'atteggiamento all'indole, dal modo di porsi alla condizione famigliare ed economica. Le loro consorti, interpretate da Anne Hathaway e Michelle Williams, sono un corollario al vero amore. Il film trova la sua forza nella normalizzazione del sentimento e nella caduta delle barricate stereotipate che fanno capo ad orientamenti sessuali. Ed è per questo, non per le scene di sesso, peraltro limitate a poco più che qualche manifestazione di affetto fisico senza eccessivo interesse morboso, che il film è deflagrante, censurato e di difficile realizzazione, decennale. Non so quale versione Rai Movie si appresti a presentare. L'ultimo tragico motivo che ha fatto del film un "cult" senza tempo sta nella dipartita del giovane interprete Heath Ledger, Oscar postumo per il ruolo di Joker nel "Batman" di Nolan, e candidato, insieme all'amico Jake Gyllenhall, per questo ruolo. I characters di Ennis e Jack sono perfettamente speculari ai due attori, e quell'abbraccio finale è un evidente colpo al cuore, se si considerano gli avvenimenti reali e drammatici. Detto questo, Ang Lee, forse, non era il più adatto a gestire la materia. Ne offre un ritratto compito e professionale, anche emozionante e ben realizzato tecnicamente. Però, il suo stile, largamente votato ad una riproposizione della tradizione cinematografica del western, con le ampie descrizioni paesaggistiche, bellissime ma ripetitive, nonchè legato ad una sceneggiatura adattata che non segue un ritmo accattivante, e si perde in lungaggini extra-racconto, non si conferma del tutto adatto a creare qualcosa di unico. E "Brokeback Mountain", per quanto deflagrante ed emozionante, prende troppo spesso la via della fiction fine a sè stessa, con buona pace di attori brillanti che creano degli archetipi interpretativi nuovi. Per la comunità lgbt, il film è un inno all'amore e un notevole punto di svolta nello sdoganamento della tematica omosessuale, normalizzata nel cinema e capace di raggiungere il successo di massa.

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