Thompson Vs. Hepburn

Emma Thompson ha in mano il remake di "My fair lady". Ed ha capito, a quanto pare che il sistema dello sputasentenze spacciato per opinioni, sulla scia del modello italiano, rende. In realtà, la Thompson ha fatto l'unica cosa possibile per un film in alto mare.Sono anni che il progetto viene preso e rigettato, tante attrici hanno "ipotecato" la parte e poi vi hanno rinunciato. Ora il nome ufficiale sarebbe Carey Mulligan, che della Hepburn ha preso la classe sul grande schermo, meno nel vestirsi in occasioni pubbliche. E alla Thompson, che è veterana in quest'attitudine, è stato chiesto di scrivere la sceneggiatura. La dichiarazione choc è servita su un piatto d'argento. Emma dice che Audrey non sapeva cantare e nemmeno recitare. La prima opzione è storicamente e analiticamente accettabile. Non a caso, in "My fair lady" fu doppiata. La seconda confutabile. La Hepburn non era una veterana della tecnica, nè un' attrice perfetta. Praticamente stava a Hollywood quanto la Thompson sta a Hollywood. Due mondi distanti. La Thompson è una brava attrice, molto dignitosa, molto signorile, più brava tecnicamente della Hepburn. Il problema sta nel fatto che la Thompson non può asserire un dato soggettivo che pesa come un macigno, a scopi esclusivamente di lucro e visibilità (oltre al rifacimento del film di Cukor, è in uscita il secondo film su "Tata Matilda", già apprezzato da noi, negli Stati Uniti e il rischio flop è quasi un finto-rischio o meglio una relativa-certezza), dimenticandosi volontariamente della storia artistica di un'attrice non solo premiata (L'Oscar della Hepburn ha un diverso peso storico da quelli della Thompson, come sceneggiatrice, di "Casa Howard" e" Ragione e sentimento"), ma soprattutto in grado, in un modo o nell'altro, di collezionare registi e ruoli che ogni attrice, compresa la Thompson, avrebbero voluto. La Hepburn ha convinto Billy Wilder, il più grande regista della commedia di tutti i tempi, con buona pace di Hakws, che la volle in "Sabrina" e in "Arianna", soffiò la parte a Marylin Monroe, scelta di Truman Capote, nell'adattamento di "Colazione da Tiffany", il capolavoro per eccellenza della signorilità e dell'eleganza (e vedere mangiare i danesi dalla Hepburn è molto più vicino allo stile del film, rispetto alla sensuale Marylin ), di Blake Edwards, senza dimenticare William Wyler, e il ruolo in "...e tutti risero" di Bogdanovich, per non parlare di "Sciarada" di Stanley Donen, capolavoro. La Thompson è figlia del mondo inglese di Branagh, Sheridan e ha solo il vanto di essere stata accanto a James Ivory, grande maestro. Ha lavorato con Ang Lee, nell'ennesimo film in costume. Di certo si è costruita da sola, ma ha dovuto sottomettersi al blockbuster di turno, "Harry Potter", allontanandosi quando tutto stava per crollare. Dal 2000 la sua carriera ha avuto un'impennata in visibilità, meno in qualità. I suoi copioni e i suoi personaggi sono buoni, ben fatti, ma da qui a passare alla storia ce ne vuole. Non contesto l'opinione della Thompson, la invito però a guardare con obiettività alla valutazione, corregendo il tiro. Perchè quel "non sapeva recitare" significa "non saper leggere la storia del cinema". Forse la Hepburn fu aiutata da produttori, forse fu aiutata dagli attori che con lei dividevano il set, forse non è un'attrice di prima caratura, ma ha conquistato la scena senza mai perderla. E non è essere attrice anche questo? I riflettori non si sono spenti dinanzi alla sua morte, e la recitazione è una trasmissione empatica che trascende la dizione e la bellezza fisica. Trascende il Metodo, trascende il Sistema. E' il carisma. E la Thompson, brava com'è, in carisma scarseggia.

Commenti

  1. Davvero pensi che Emma Thompson non abbia carisma? Secondo me buca lo schermo. E quella voce, poi! Due film a caso che senza di lei non avrebbero avuto senso: Ragione e sentimento di Ang Lee, e Love Actually di R. Curtis.

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  3. in poche parole, per me, la Thompson non ha l'empatia e il riscontro popolare che può avere la Hepburn, per una motivazione semplice: la capacità interpretativa notevole non aiuta ad aumentare la popolarità di Emma. Le manca il carisma fuori la scena, quello che ti fa diventare un brand, un personaggio da ricordare, un film identificativo. La Thompson fa delle uscite che non aiutano a definirla in modo semplicistico dallo spettatore, è troppo sfaccettata per essere un'attrice di massa.Non mi riferivo al carisma interpretativo, ma a quello di massa, appunto.

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  4. Ha perfettamente ragione, e mi dispiace perchè io adoro Emma Thompson dal 1992, dai tempi di "Casa Howard". Dal 1993 al 1996, diversi bei film, cinque nomination agli Oscar, due vinti, e poi basta. Il problema è che lei stessa pare essersi defilata, aver voluto evitare film che la rendessero a tutti gli effeti una stella visibile. E' verissimo: fa delle uscite che l'aiutano a "fare breccia" nel nel cuore degli spettatori. Non è di massa. La penalizza il suo modo di pensarsi attrice: spesso più comprimaria che protagonista; con registi praticamente poco conosciuti, alcuni addirittura all'esordio; ruoli molto british. Non manca il talento, ma la voglia di fare la star. Anzi, magari le piace anche, ma vuole riuscirci a modo suo. Certo, poco comprensibile anche per un suo fan come me. Che in questi anni avrebbe voluto vederla in un film per cui tutti parlassero finalmente, giustamente di lei.

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