La nudità-Sessualità nella storia del cinema Parte seconda anni 40-50

Seconda parte

Gli anni '40 sono intessuti di rimandi sessuali espliciti e molto diretti. La nudità non è una caratteristica, ma, come detto, le pellicole sono pregne di allusioni e cariche di un'atmosfera "sensuale". Vorrei ricordare "Duello al sole" di King Vidor. Il trio Joseph Cotten-Jennifer Jones-Gregory Peck creò un tandem grandioso in un western crepusolare che arde di passione dall'inizio alla fine, in particolare nel climax del bacio finale.

L'estratto di "Duello al sole" di Vidor


Il codice Hays colpì un altro western poco convenzionale. Si trattava di "The Outlaw" di Howard Hughes, il magnate tuttofare. Il motivo stava nella disinibita attitudine sensuale e nelle inquadrature adamitiche alla protagonista Jane Russel, con le curve immediatamente visibili, per via di un corpetto che cadeva dalle spalle.

Jane Russel in "The outlaw" di Hughes

Ricordiamo che la vera star dell'epoca fu Lana Turner, femme fatale, ma anche donna molto bassa, dalla sensualità tanto innocente quanto tagliente. Una Venere che succhia il sangue dei suoi uomini.
Il film più noto, dall'autore più discusso del tempo, fu "Il postino suona sempre due volte". Si trattava appunto di un adattamento del romanzo di Cain nelle mani di Tay Garnett e sulla carta era impossibile da essere proiettato perchè carico di elementi vietati dal Codice. In realtà il film, considerato un grandioso adattamento imperfetto, sorvolava su molti punti. Lana Turner e John Garfield lavorarono per sottrazione, andando ad enfatizzare lati sensuali indirettamente. La Turner fu un mito, fin quando la morte dell'amato Stompanato, gangster, per mano della figlia della Turner di soli 15 anni, ne minò le prospettive artistiche e la voglia di risorgere.


Lana Turner e John Garfield nel "Postino suona sempre due volte" di Garnett.

Contemporaneamente, Luchino Visconti lavorava all'adattamento di Cain. "Ossessione", nel 1943, sancì la nascita del neorealismo. E scandalizzò i cattolici, oltre a subire la censura del regime. Nel cast Massimo Girotti e Clara Calamai.

Nel film si rinviene un'attrazione omoerotica tra Girotti e il personaggio "Lo Spagnolo", interpretato da Elio Marcuzzo.


Gli anni '50 sono legati all'autore Tennessee Williams. "Un tram chiamato Desiderio", fin dal titolo, si propone come un melò che sprizza da ogni poro sensualità. L'abilità di Elia Kazan nella direzione degli attori trasforma la storia di Blanche in una riflessione psicologica sui rapporti relazionali e sulla passione amorosa accecante . Marlon Brando ricopre un ruolo accostabile, per crudezza, al James Cagney, di "Nemico Pubblico", del 1931 ed è di una forza spigolosa e complessa, arrivando a diventare detestabile. Blanche è interpretata da Vivian Leigh. Il film subì una forte censura.

Una scena hot di "Un treno chiamato desiderio".



Kazan non è l'unico a seguire Williams. "La gatta sul tetto che scotta" è diretto da Richard Brooks e l'omosessualità del personaggio interpretato da Paul Newman è un'allusione a posteriori e non parte fondante della sceneggiatura, a differenza del testo. Va detto che la confusione sessuale di Brick è una costante indomabile, così come l'atteggiamento felino di Liz Taylor, anche nel film. Ma la lettura è troppo semplicistica.
Ma è sempre Hitchcock ad andare oltre. Con "La finestra sul cortile" crea una forma indiretta di voyeurismo e allude alla sessualità fortissima della donna (una splendida Grace Kelly) contro l'immobilità fisica dell'uomo  (James Stewart). Entra in gioco Freud, costante dei film del maestro del giallo.


"La gatta sul tetto che scotta"

"La finestra sul cortile"

L'Europa ci presenta, nel 1958, un film importante del "realismo" francese. Malle dirige "Gli amanti" e Jeanne Moreau diventa un'icona. L'amore fisico è analizzato in maniera più diretta e diventa preludio al "tango a Parigi". L'intera cultura europea ha meno limiti nel mostrare il piacere e la sessualità.





Infine, oltre alla nuova presenza del nudo, gli anni '50 sono caratterizzati dall'ascesa di star provocanti. E' il caso di Marylin Monroe, venuta a mancare pochi anni dopo l'inizio dei '60s. La ricordiamo nella commedia di Billy Wilder "Quando la moglie è in vacanza". Ma in realtà, è la costruzione del personaggio, dalle scelte dei film alle uscite pubbliche, alle frequentazioni, ad aver fatto della Monroe un mito-sexy senza tempo. Sul set del film presentato, la Monroe fu la prima a far alzare la gonna su di un getto d'aria. E' una scena cult, imitata ma inimitabile.




Jayne Mansfield è colei che prende l'iniziativa di essere l'altra Marylin. ma i suoi film sono minori, anche se la sua fine è altrettanto tragica.

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