In Tv alle 23,25 su Rai3 il piccolo caso "L'ospite inatteso", film-sorpresa della stagione 2008



Walter ha gli occhiali con una montatura di un certo valore d’antiquariato. Legge il “Financial Times” ogni giorno, è afflitto dal “blocco dello scrittore”, ovvero da quella configurazione umana che fa del talento un fuoco di paglia. Ha scritto tre libri, testi economici, da quell’università grigia dove porta avanti e conduce senza mano e senza passione il gruppo di matricole, con la stessa borsa quadrangolare di pelle ogni anno che passa e l’evidente stanchezza nei modi e nell’interesse al mondo del bilancio. Walter non ha stimoli e soprattutto non ha più una moglie. L'incontro con l'altro diventa salvifico. E non è programmato, ma subito. La digressione sociale parte, da una coppia di stranieri che hanno occupato la sua casa. E, dopo l'inizale scontro, comincia una relazione, tra jambè e piatti etnici. Il film è ambientato nel periodo successivo al crollo delle Torri Gemelle e riflette la fase di "caccia alle steghe" verso chiunque abbia un colore di pelle diverso, e verso chiunque sia clandestino. Ed è questo tema sapientemente ad essere la parte dominante del secondo tempo del film. Anche l'amore ritrovato subisce degli stop. Le emozioni sono sfumate, i personaggi sembrano uomini in balia di leggi a cui non hanno il peso per opporsi. E così che il film firmato Thomas McCarthy diventa un piccolo caso anche da noi, capace nel Dicembre 2008 di tener testa, nel suo piccolo, a cinepanettoni e a consolidare la fame del suo attore principale, quel Roger Jerkins, nominato all'Oscar, che oggi ha molti ruoli e una certa attenzione. Nel cast, Hiam Abbas, come al solito, è splendida e si conferma grande attrice, capace di portare la Palestina nel mondo. Mi fa piacere ricordare che il regista è anche attore e sceneggiatore per opere altrui. Ha scritto infatti lo screenplay di "UP".

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