Tim Burton oggi compie 52 anni. Il regista, folle espressione di un mondo interiore che colpisce l'immaginario di ogni età, è figlio dell'Espressionismo Tedesco e di tutte quelle correnti che hanno cercato di scolpire una traccia stratificata e variegata nel mondo cinematografico, allo stesso tempo comica e inquietante. L'approdo alla Disney è avvenuto presto, ma altrettanto veloce è stato il suo licenziamento in tronco. Il motivo? Probabilmente il corto "Frankenweenie". Ne ho un ricordo positivo. E il cane ricucito e riportato alla vita dal padroncino è un'immagine tanto macabra quanto rassicurante. Se la Disney tendeva a semplificare i sentimenti, Burton ha sempre cercato di confondere i piani di elttura. Da qui la sua evidente discrepanza con il sistema produttivo per bambini. Oggi Burton è tornato alla Disney e ha realizzato "Alice in Wonderland". Per molti versi, il suo stile è unico, per altri la scelta di essere finanziato da una casa di produzione in fase di rinnovamento, per alcuni, ne ha occultato l'estro e l'inquietitudine contenutistica. Per noi, lungi dall'essere il suo film migliore, "Alice in Wonderland" è un prodotto molto buono, ad uso e consumo di un pubblico più vasto. Anche se, per certi versi, il precdente adattamento targato Disney del 1951 era molto più cupo dell'ultimo e, nella storia cinematografica, la storia è stata trattata con qualità maggiore in vari casi. A conferma che ogni cosa accade per essere smentita, Burton è chiamato a realizzare una versione 3D del film che ne ha determinato l'allontanamento. E "Frankenweenie" rivivrà in un lungometraggio e non nei soli 30 minuti originali.
Frankenweenie
Alice in Wonderland
Il rapporto con la Disney era cominciato pochi anni prima, ma Burton non amava cimentarsi in opere che non avessero il proprio stile o che non rispondessero ai suoi canoni artistici. La fortuna del regista sta nell'aver osato sin dal principio. E' così la storia di "Vincent", con l'uso della stop-motion e un misto di visioni con rimandi ad ogni forma artistica, e con il riferimento ad un genere, quello horror, di cui Victor Price fu un indiscusso grande interprete, è una sorta di manifesto. Il bimbo immagina di essere l'attore che ama e allucina, nella sua mesta solitudine, realtà e sogno. Burton è molto attento alla tematica infantile, e sembra conoscere il comportamento e il pensiero dei bambini con lucidità e capacità di lettura da manuale di psicologia.
La tecnica della stop-motion tornerà altre volte. Il primo caso è una semplice produzione, il secondo caso un'opera anche diretta. E se "Nightmare Before Christmas" ha il genio di Selick nel DNA e l'appoggio di Burton, il folletto folle completa questa sorta di dittico con "La sposa cadavere", diretto insieme a Mike Johnson.
Vincent: l'intero corto
Nightmare Before Christmas di Selick
La sposa cadavere
Il regista ha scelto in modo netto la strada della distorsione espressionistica, con temi e tecniche ad essa associate, in molti casi. Il capolavoro di Tim è considerato "Edward mani di forbice". Quel film, in realtà, per chi vi scrive, è di ottima fattura, un pezzo d'arte, ma troppo lontano dalla mia dimensione soggettiva odierna, per essere il punto massimo della carriera del vecchio Tim. Va detto che le mani affilate di Johnny Deep, l'espressione stralunata, la paura del diverso che si trasforma in odio, dopo essere stata finta accettazione, sono dei temi tanto delicati e complessi che solo un film di Burton poteva esprimere con grande empatia e patecipazione. Sono convinto che sia un'opera sincera e meditata, espressione di una critica sociale (le vedete le ville addossate l'una all'altra, con coloi pastello della borghesia Americana), riflessione personale e di grande impatto individuale ed emotivo. Detto questo, il suo capolavoro è per me un grande film, ma forse troppo drammatico per essere la sua opera che preferisco. Sullo stesso filone, "Ed Wood", che è ancora l'esaltazione dell'inettitudine e della diversità di vedute e che, come scrissi, di recente, è il film imprescindibile degli ultimi decenni del cinema, in grado di creare del cinema narrativo, inglobando la descrizione storica di un cinema dimenticato, quello dei B-movies. Burton sceglie Deep e lo fa vestire da donna, sceglie il bianco e nero, crea il mito del "peggior regista del mondo" e risolve la questione artistica-personale in modi originali. Bela Lugosi è il vecchio Vincenbt Price, cresciuto e alla fine della sua vita. Interpretazione mostruosa. Nel genere, una piccola annotazione a "Il mistero di Sleepy Hollow", che non aggiunge altro, se non una scenografia di impatto perfetta. Diverso il caso di "Sweeney Todd", il primo vero musical di Burton, sulla descrizione del barbiere tagliagole e sulla tragicità della vendetta, consumata in una pietas finale piena di lacrime. Il film, da vedere in lingua originale, non è un capolavoro, ma un prodotto ben fatto, con un buon cast e la dose di crudeltà che supera la soglia dell'ironia per dievntare orrore. Un Burton depresso e deprimente che risolve tutto il percorso del suo personaggio con una vittoria ancora più amara della solita sconfitta.
Edward mani di Forbice
Ed Wood
Sweeney todd
Il due capitoli di "Batman" (il terzo è di Joel Schumacher) sono ben realizzati e recitati, ma per loro stessa definizione creativa non paragonabili alla produzione di Nolan di questi anni. Appartengono al mondo della fantasia di Burton, piuttosto che all'idea del fumetto, e vi sono caratteri, d'altraparte, più inclini ad una rappresentazione surreale rispetto alla psicologia marcata delle pellicole di Nolan. Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer hanno creato dei cult. Michael Keaton era perfetto. Negli anni precedenti, tra le sue pellicole ricordiamo "Beetlejuice - Spiritello porcello" e "Pee-wee's Big Adventure". Il primo ebbe il merito di diventare un cult subito dopo l'uscita con successo e apprezzamento tale da divenire serie televisiva. Ancora una solitudine, quella di Winona Ryder, e una storia che mescola normalità a orrore, in chiave comica. Il secondo caso corrisponde alla prima produzione di Burton in ambito di lungometraggi. Personalmente non ho mai amato il personaggio.
Batman
Beetlejuice - Spiritello porcello
Pee-wee's Big Adventure
Ed ecco fatto, Burton nella sua carriera ha collezionato due flop qualitativi (e quantitativi). A cui aggiungo un'opera non pessima, anzi più che soddisfacente, ma, che dopo un'iniziale apprezzamento, ho cominciato a non sopportare (un pò come "Alice In Wonderland"). "Mars Attacks" è tanto un goiello quanto una patacca. Le dissonanze di Burton sono mantenute, ma è proprio la location, insieme all'eccesso recitativo, che ne limita la godibilità."il pianeta delle scimmie", remake del classico del 1968, è un film pessimo, con un finale che risolleva ciò che può (e Burton sio mostra originale). La fabbrica di cioccolato, remake (e i suddetti non funzionano per il regista) del classico con Gene Wilder, peraltro non apprezzato da me parimenti, sembra fatto con gli strumenti comuni di misurazione. Ad un certo punto la lacrima, per una certa durata gli episodi dei singoli bambini-pestiferi, un certo atteggiamento insopportabile e calcolato fino all'eccesso di Johhny Deep, dei numeri musicali divisi e coreografati secondo ripartizioni rigide. Peraltro, il finale è deludente.
Mars Attack
La fabbrica di cioccolato
Tim Burton è il compagno dell'attrice Helena Bonham Carter e il regista per eccellenza di Johhny Deep. Tra i film prodotti ricordiamo "9" uscito direct-to-Dvd in Italia per la regia di Shane Acker.
Frankenweenie
Alice in Wonderland
Il rapporto con la Disney era cominciato pochi anni prima, ma Burton non amava cimentarsi in opere che non avessero il proprio stile o che non rispondessero ai suoi canoni artistici. La fortuna del regista sta nell'aver osato sin dal principio. E' così la storia di "Vincent", con l'uso della stop-motion e un misto di visioni con rimandi ad ogni forma artistica, e con il riferimento ad un genere, quello horror, di cui Victor Price fu un indiscusso grande interprete, è una sorta di manifesto. Il bimbo immagina di essere l'attore che ama e allucina, nella sua mesta solitudine, realtà e sogno. Burton è molto attento alla tematica infantile, e sembra conoscere il comportamento e il pensiero dei bambini con lucidità e capacità di lettura da manuale di psicologia.
La tecnica della stop-motion tornerà altre volte. Il primo caso è una semplice produzione, il secondo caso un'opera anche diretta. E se "Nightmare Before Christmas" ha il genio di Selick nel DNA e l'appoggio di Burton, il folletto folle completa questa sorta di dittico con "La sposa cadavere", diretto insieme a Mike Johnson.
Vincent: l'intero corto
Nightmare Before Christmas di Selick
La sposa cadavere
Il regista ha scelto in modo netto la strada della distorsione espressionistica, con temi e tecniche ad essa associate, in molti casi. Il capolavoro di Tim è considerato "Edward mani di forbice". Quel film, in realtà, per chi vi scrive, è di ottima fattura, un pezzo d'arte, ma troppo lontano dalla mia dimensione soggettiva odierna, per essere il punto massimo della carriera del vecchio Tim. Va detto che le mani affilate di Johnny Deep, l'espressione stralunata, la paura del diverso che si trasforma in odio, dopo essere stata finta accettazione, sono dei temi tanto delicati e complessi che solo un film di Burton poteva esprimere con grande empatia e patecipazione. Sono convinto che sia un'opera sincera e meditata, espressione di una critica sociale (le vedete le ville addossate l'una all'altra, con coloi pastello della borghesia Americana), riflessione personale e di grande impatto individuale ed emotivo. Detto questo, il suo capolavoro è per me un grande film, ma forse troppo drammatico per essere la sua opera che preferisco. Sullo stesso filone, "Ed Wood", che è ancora l'esaltazione dell'inettitudine e della diversità di vedute e che, come scrissi, di recente, è il film imprescindibile degli ultimi decenni del cinema, in grado di creare del cinema narrativo, inglobando la descrizione storica di un cinema dimenticato, quello dei B-movies. Burton sceglie Deep e lo fa vestire da donna, sceglie il bianco e nero, crea il mito del "peggior regista del mondo" e risolve la questione artistica-personale in modi originali. Bela Lugosi è il vecchio Vincenbt Price, cresciuto e alla fine della sua vita. Interpretazione mostruosa. Nel genere, una piccola annotazione a "Il mistero di Sleepy Hollow", che non aggiunge altro, se non una scenografia di impatto perfetta. Diverso il caso di "Sweeney Todd", il primo vero musical di Burton, sulla descrizione del barbiere tagliagole e sulla tragicità della vendetta, consumata in una pietas finale piena di lacrime. Il film, da vedere in lingua originale, non è un capolavoro, ma un prodotto ben fatto, con un buon cast e la dose di crudeltà che supera la soglia dell'ironia per dievntare orrore. Un Burton depresso e deprimente che risolve tutto il percorso del suo personaggio con una vittoria ancora più amara della solita sconfitta.
Edward mani di Forbice
Ed Wood
Sweeney todd
Il due capitoli di "Batman" (il terzo è di Joel Schumacher) sono ben realizzati e recitati, ma per loro stessa definizione creativa non paragonabili alla produzione di Nolan di questi anni. Appartengono al mondo della fantasia di Burton, piuttosto che all'idea del fumetto, e vi sono caratteri, d'altraparte, più inclini ad una rappresentazione surreale rispetto alla psicologia marcata delle pellicole di Nolan. Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer hanno creato dei cult. Michael Keaton era perfetto. Negli anni precedenti, tra le sue pellicole ricordiamo "Beetlejuice - Spiritello porcello" e "Pee-wee's Big Adventure". Il primo ebbe il merito di diventare un cult subito dopo l'uscita con successo e apprezzamento tale da divenire serie televisiva. Ancora una solitudine, quella di Winona Ryder, e una storia che mescola normalità a orrore, in chiave comica. Il secondo caso corrisponde alla prima produzione di Burton in ambito di lungometraggi. Personalmente non ho mai amato il personaggio.
Batman
Beetlejuice - Spiritello porcello
Pee-wee's Big Adventure
Ed ecco fatto, Burton nella sua carriera ha collezionato due flop qualitativi (e quantitativi). A cui aggiungo un'opera non pessima, anzi più che soddisfacente, ma, che dopo un'iniziale apprezzamento, ho cominciato a non sopportare (un pò come "Alice In Wonderland"). "Mars Attacks" è tanto un goiello quanto una patacca. Le dissonanze di Burton sono mantenute, ma è proprio la location, insieme all'eccesso recitativo, che ne limita la godibilità."il pianeta delle scimmie", remake del classico del 1968, è un film pessimo, con un finale che risolleva ciò che può (e Burton sio mostra originale). La fabbrica di cioccolato, remake (e i suddetti non funzionano per il regista) del classico con Gene Wilder, peraltro non apprezzato da me parimenti, sembra fatto con gli strumenti comuni di misurazione. Ad un certo punto la lacrima, per una certa durata gli episodi dei singoli bambini-pestiferi, un certo atteggiamento insopportabile e calcolato fino all'eccesso di Johhny Deep, dei numeri musicali divisi e coreografati secondo ripartizioni rigide. Peraltro, il finale è deludente.
Mars Attack
La fabbrica di cioccolato
Tim Burton è il compagno dell'attrice Helena Bonham Carter e il regista per eccellenza di Johhny Deep. Tra i film prodotti ricordiamo "9" uscito direct-to-Dvd in Italia per la regia di Shane Acker.
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