"Fair Game" non ha del tutto convinto a Cannes. Presentato in concorso e unico Americano al Lido entrato dalla porta principale, il film sull'agente CIA Valerie Plame e sul boicotaggio messo in atto contro la sua persona dai vertice della politica Americana, nel lungo percorso dell'Era Bush Junior, ha infatti convinto per le interpretazioni, meno per la caratura di Doug Liman, che al film autoriale non è avvezzo, e si allontana parzialmente dal modello blockbuster, senza rinunciare ad una dinamicità molto Hollywoodiana (è regista del primo capitolo della saga "Bourne"). Interpretato da Sean Penn e Naomi Watts, il film interessa per l'angolazione geopolitica, ma solo se sarà trattata a dovere.
"Fair Game" non ha del tutto convinto a Cannes. Presentato in concorso e unico Americano al Lido entrato dalla porta principale, il film sull'agente CIA Valerie Plame e sul boicotaggio messo in atto contro la sua persona dai vertice della politica Americana, nel lungo percorso dell'Era Bush Junior, ha infatti convinto per le interpretazioni, meno per la caratura di Doug Liman, che al film autoriale non è avvezzo, e si allontana parzialmente dal modello blockbuster, senza rinunciare ad una dinamicità molto Hollywoodiana (è regista del primo capitolo della saga "Bourne"). Interpretato da Sean Penn e Naomi Watts, il film interessa per l'angolazione geopolitica, ma solo se sarà trattata a dovere.
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