Joseph Gordon-Levitt
Joseph Gordon-Levitt sta al cinema come Zooey Deschanel sta al cinema. I due attori, dalla chemistry tanto complessa sullo schermo, sono perfetti per una vita di coppia. Entrambi fini conoscitori delle arti in direzioni simili, entrambi legati al mondo del cinema da tenera età (Joseph piccolo attore di numerose serie Tv, Zooey figlia d'arte ribelle), entrambi non hanno la minima paura di passare da film indie mai distribuiti a veri blockbuster. E così Zooey passa da "Elf" a "Gigantic", da Shyamalan in fase calante, a Peyton Reed, il cui termine più appropriato non può che essere, per i film che fà, carino. Joseph fà scelte ancora più radicali, senza compromessi. Per un "G.I. Joe" da non ripetere, anche se tanto brutto da diventare un cult del kitsch, e una serie di action senza senso, nella carriera del giovane ventinovenne californiano, ci sono delle scelte inusuali e poco stereotipate, e soprattutto, con i giusti copioni ("Brick" di Rian Johnson, al quale offrirà nel successivo "The brothers bloom" un cameo, la strafumata "Latter Days"), delle interpretazioni interessanti. Tali interpretazioni diventano ragguardevoli e imponenti, se inserite in piccoli cult. Joseph con l'adolescenza ci sa fare. E perciò rende Gregg Araki, regista allucinato, meno fine a sè stesso e più intenso. Per questo, "Mysterious skin" è un film prima di tutto emotivamente forte, poi provocatorio. E non il contrario. Il ruolo in "Manic", in cui c'è anche Zooey Deschanel, è altrettanto sfumato e mutevole, in un contesto difficile a dir poco. Infine il vero boom del fenomeno Gordon-Levitt si registra in occasione di "(500) Days of Summer", commedia-dramma agrodolce con qualche punta di miele presto asciugata dal contatto con la realtà, che sembra essere una delle solite stupidate, invece, sotto la direzione di Marc Webb, si rivela un film costruito secondo una scala di sentimenti sfumati, senza un lieto fine necessario, con Zooey sempre alle calcagna. Joseph punta all'Oscar? Più probabilmente Joseph avrà suo malgrado un Oscar, quando ci ci accorgerà che ormai lo standard Hollywoodiano è un mito da superare e che l'unica via del cinema è uscire dai circuiti chiusi della ripetizione fine a sè stessa. Mi ricorda il compianto Heath Ledger. Joseph ha qualcosa nel volto che altri non hanno: la pulizia e lo sguardo furbetto di un uomo che si è costruito da solo e ce l'ha fatta, unico sopravvissuto al fenomeno del divismo giovanile. Nel prossimo futuro, "Hesher", presentato al Sundance, per la regia del semisconosciuto Spencer Susser, con al fianco Natalie Portman (un'altra attrice su cui sarebbe opportuno scrivere un libro) è un ruolo che ha dell'incredibile nel senso di ribellione che trasmette. Ma c'è altro. Per Levine, una commedia-dramma intitolata "Live with it" con un cast all star, in cui interpreta un malato terminale di cancro che riesce a guarire. Si aggiunga "Premium Rush", ora in fase di produzione, di un piccolo folle, David Koepp, guru della commedia indie di classe americana, alle prese con il thriller. E, stando alle prime voci odierne, il villain di Batman 3, sarà suo. Vedremo come andrà a finire. Continua, di certo, il sui sodalizio con Rian Johnson con i viaggi nel tempo di "Looper" in cui è affiancato da Bruce Willis.Cosa farà?
Prima di tutto c'è un film di Christopher Nolan in cui è coprotagonista che sta sbancando i botteghini americani e non. Un nome? Penso non sia necessario. Le prime foto, freschissime, di "Premium Rush", thriller o quasi su un pony express rincorso da un poliziotto, con i ruoli invertiti (il poliziotto è corrotto), sotto.
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