Il film indie americano può rispondere a diverse esigenze. E se "Greenberg", di cui parleremo con ritardo oggi, è un film classico e moderno allo stesso tempo, realistico ma di un realismo poche volte esplicitato al cinema, "Napoleon Dynamite" è moderno in tutto. Più che un film strafumato, è stralunato con i personaggi che tentano di partire dal loro pianeta e contattare la terra, alieni che da qualunque parte della sfera celeste arrivano nella società standard americana. Il limite maggiore del film è quello di creare dei "tipi" facilmente riconoscibili piuttosto che delle persone, puntando al loro carattere surreale. Di certo, il paradosso è molto più vero di certe rappresentazioni realistiche, ma, seppur piacevole, ad un certo punto conduce il film su un luogo comune, molto vicino ai modelli del sistema che si critica, ovvero alla ricerca pedissequa dell'ispirazione originale che sfocia nel demenziale o nell'eccessivo. E i "tipi" cominciano a funzionare male proprio quando si cerca di attribuirgli un ruolo diverso da quello con cui ci vengono presentati e creati. Paradossalmente, è proprio l'evoluzione dal "tipo" alla "persona", nell'ottica della storia, che non aiuta il film, perchè diventa, in maniera semplicistica, un semplice passaggio dal "vecchio tipo" al "nuovo tipo" e dell'individuo non rimane che l'apparenza. Il film si lascia guardare, anche se trabocca di indipendenza/originalità come unico fine, e ha nel suo DNA, come le commedie da blockbuster, l'obiettivo (riuscito) di diventare una piccola macchina per soldi. Un pò ipocrita nel dichiarare il contrario. Costato due lire, ne ha incassate molte. E ha consentito al regista Jarod Hess di realizzare un percorso, seppur in caduta libera, che era impensabile prima del sostegno di quella fascia di nerd che ha conquistato facendo ricorso ad un'alienazione irrealistica e rendendola, con grande astuzia e qualche idea notevole, nonchè delle motivazioni di inclusione sociali corrette, una caratteristica di rivalsa piuttosto che di emarginazione. Forse, in questo, ha colpito davvero.
Il film indie americano può rispondere a diverse esigenze. E se "Greenberg", di cui parleremo con ritardo oggi, è un film classico e moderno allo stesso tempo, realistico ma di un realismo poche volte esplicitato al cinema, "Napoleon Dynamite" è moderno in tutto. Più che un film strafumato, è stralunato con i personaggi che tentano di partire dal loro pianeta e contattare la terra, alieni che da qualunque parte della sfera celeste arrivano nella società standard americana. Il limite maggiore del film è quello di creare dei "tipi" facilmente riconoscibili piuttosto che delle persone, puntando al loro carattere surreale. Di certo, il paradosso è molto più vero di certe rappresentazioni realistiche, ma, seppur piacevole, ad un certo punto conduce il film su un luogo comune, molto vicino ai modelli del sistema che si critica, ovvero alla ricerca pedissequa dell'ispirazione originale che sfocia nel demenziale o nell'eccessivo. E i "tipi" cominciano a funzionare male proprio quando si cerca di attribuirgli un ruolo diverso da quello con cui ci vengono presentati e creati. Paradossalmente, è proprio l'evoluzione dal "tipo" alla "persona", nell'ottica della storia, che non aiuta il film, perchè diventa, in maniera semplicistica, un semplice passaggio dal "vecchio tipo" al "nuovo tipo" e dell'individuo non rimane che l'apparenza. Il film si lascia guardare, anche se trabocca di indipendenza/originalità come unico fine, e ha nel suo DNA, come le commedie da blockbuster, l'obiettivo (riuscito) di diventare una piccola macchina per soldi. Un pò ipocrita nel dichiarare il contrario. Costato due lire, ne ha incassate molte. E ha consentito al regista Jarod Hess di realizzare un percorso, seppur in caduta libera, che era impensabile prima del sostegno di quella fascia di nerd che ha conquistato facendo ricorso ad un'alienazione irrealistica e rendendola, con grande astuzia e qualche idea notevole, nonchè delle motivazioni di inclusione sociali corrette, una caratteristica di rivalsa piuttosto che di emarginazione. Forse, in questo, ha colpito davvero.
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