Tata Matilda e il Grande Botto














Tata Matilda, aka Nanny McPhee, aveva esordito con un primo capitolo non convincente. La cosa che mi stupisce è la capacità di vivificare un soggetto che, personalmente, a livello qualitativo, già davo per spacciato. Invece Emma Thompson, splendida english-woman raffinata e mai volgare, elegante in ogno connotazione e variante, continua ad essere un miracolo per i film che sceglie. In questo caso, ritorna a scrivere la sceneggiatura, dopo un primo capitolo zoppicante, e dà una lettura del personaggio targato Brand molto più definita, con un impoverimento dell'astio e l'inserimento in una cornice di eventi solida e convincente. Anche il passaggio ad un altro periodo storico corrispondente alla Seconda Guerra Mondiale e ad una collocazione socio-ambientale differente, sottolineato da un preciso rimando finale che è un pò il collante nell'edificazione mitica e quindi imperitura del personaggio, aiuta. Perchè da un padre impettito e rigido alla Colin Firth, si passa al dinamismo di una fattrice, Maggie Gyllenhall, che non si smentisce mai in bravura e aderenza al ruolo, che interpreta una madre lavoratrice, con il marito al fronte. Ciò che colpisce è la capacità della Thompson di intrecciare singole vicende senza meccanicità, o almeno seguendo un iter fantastico che non deborba negli eccessi del primo film.La storia, di gran lunga più corale, della tata arcigna, mostruosa nei difetti fisici, inquietante nella iniziale freddezza e lucidità contro i discoli, si arricchisce di sfumature, di situazioni, ma paradossalmente, il ricorso ad un ambiente non aristocratico, con i maiali , simbolo dei Pink Floyd, che fanno nuoto sincronizzato e maggiore aderenza a dettami realistici riscontrabili anche nel nostro modello sociaetario, rendono la pellicola più diretta e meno artificiosa. Nel cast si annoverano grandi nomi. Se la Thompson, che del film è anche produttrice, è "Tata matilda", non fatevi sfuggire Maggie Smith e Rhys Ifans e qualche cameo di nota, efficace. Tra i bambini annoveriamo Asa Butterfield, già noto per il tragico e dolente "Il bambino con il pigiama a righe", qui alle prese con un ruolo abbastanza sfaccettato. Attendendo il "Tintin" di Scorsese, in cui è il protagonista, si può dire con certezza che il nuovo Freddy Highmore, più drammatico e espressivo, è tra di noi. Tata Matilda batte Mary Poppins 1 a 0.

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