Shrek: "E vissero felici e contenti"


Non ho mai amato Shrek dalla sua origine, ma il primo episodio non può essere privato della carica eversiva e contestratrice contro i modelli precedenti nell'ambito dell'animazione, favolistici o meno. Di certo Shrek è un involgarimento della fiaba, un suo piegarsi a considerazione moderne, tralasciando il suo significato "crudele" , a favore di un lieto fine certo, con una critica mordace solo nei primi due capitoli alla società. E, dal titolo, si capisce che l'ultimo (a quanto pare) capitolo di Shrek ha il suo esito, un esito felice e di ritrovata "accettazione" della propria vita. Colpisce il fatto che gli sceneggiatori abbiano dovuto offrire un nuovo capitolo praticamente facendo risalire tutto all'inizio, con poche varianti, evidenti nell'unica figura nuova del film, un certo Tremotino, un pò mago, un pò voltaggabana, un pò addetto alle pubbliche relazioni, un pò dittatore, un pò arcigno. Per il resto, Fiona guerriera e Shrek costretto ad espiare la sua volontà di libertà famigliare in un mondo parallelo e alternativo in cui si trova schiavo di meccanismi difficili da comprendere, non è il massimo dell'originalità, anzi fà capire, come già evidente nel terzo capitolo, che ormai siamo alla frutta. Il secondo, quello con più riscontro commerciale, non si discosta di molto dagli ultimi due, in quanto accelera sull'elemento caricaturale-parodistico e ha l'unico merito di far ridere, cosa che non accade quasi mai in questo film scialbo e noioso, con qualche piccolo passaggio gradito, soprattutto verso il finale, e con i due assi comici portanti della vicenda, Ciuchino e il Gatto con gli Stivali (destinato ad uno spin-off), ridotti a comparse. In poche parole, la conclusione della saga, si rivela, per chi vi scrive, un'opera scontata, senza verve, nella prima parte del tutto addomesticata, per nulla divertente, ripetitivo ed evidente elemento di raccordo con il capitolo precedente in termini della qualità di scrittura (pressochè pessima). "Shrek" ha scelto la strada della stupidità fine a sè stessa, e del melenso accordo tematico, risultando, dopo un progetto inziale meritevole, uno dei cicli più banali del mondo dell'animazione.A questo punto, Madagascar è su livelli altissimi, a confronto.












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