Su Rete 4 alle 16,45
Non ho mai avuto una passione per Douglas Sirk. Il mio approccio è stato viziato dal pregiudizio. Ho visto molti frammenti dei suoi film, trasmessi qua e là, ma non sono mai riuscito a finirne completamente uno. "Come le foglie al vento", realizzato nel 1956, è un colpo basso. Il melò colpisce il cuore, per principio. Questo film colpisce la testa, e poi raggiunge il cuore. La perfetta ricostruzione ambientale, accesa con toni cromatici sfavillanti, è essenzialmente lo specchio/spettro della violenza del film. Il realismo tocca corde inusuali, è un'evidente marcatura stilistica, ma al contempo si affida ad una costruzione pressochè perfetta delle psicologie umane. Il contrasto chiasmatico tra amore ricambiato e non corrisposto è la base di partenza e smonta, destruttura la patina di un mondo riccamente adornato e visivamente accecante. E' proprio l'intensificarsi della policromia in senso antinaturalistico ad accompagnare la distruzione del mondo e degli stessi personaggi. La pellicola è recitata, seguendo dei dettami precisi, con il piglio introspettivo che rende i personaggi del tutto alla nostra portata, ma anche cristallizzati in un vuoto da dramma borghese freddo e congelato nelle singole psicologie. La recitazione non si affida a clichè, nè cerca l'effetto. E' misurata e controllata, armonica nel suo essere esplosiva. Grandissima la prova di attore di Rock Hudson. Capolavoro.
E' il mio preferito di Sirk... Credo di aver visto per primo 'lo specchio della vita', la summa di tutti i film strappalacrime. Ho apprezzato Sirk col tempo e anche dopo aver visto un paio di gialli suoi, impeccabili. Rock Hudson ha lavorato molto con Sirk, è perfetto per i suoi film!
RispondiEliminaSono d'accordo, è estremamente accessibile a tutti, eppure tocca sempre delle problematiche anche importanti. Ciao!