Sandra Bullock quest'anno ha vinto un Oscar storico. Non perchè sia stata l'attrice più meritevole dell'anno, ma perchè è la dimostrazione vivente della capacità di coesione tra un blockbuster e un film con pochi mezzi, tra un ruolo da commedia ad atmosfere più drammatiche. In poche parole, la Bullock ha vinto un Oscar non per ciò che ha interpretato, ma semplicemente per ciò che è. Ed è una donna amata, amatissima, regina del boxoffice, regina dei media. E' come ogni donna amata (e sottolineo donna) deve essere passata al setaccio, deve essere gettata in pasto ai leoni. Sembrerà un discorso schierato, ma la Bullock sconta il fatto di essere una donna di successo, così come ogni donna sconta il fatto di essere qualcuno nella vita. Trovo disdicevole l'atteggiamento verso una persona con serie difficoltà, al centro di cose che non le appartengono. Un personaggio pubblico è soggetto ai rumors indesiderati, per quanto siano morbosi e inutili. Non ha senso, inoltre, che il gossip infimo e peraltro del tutto inesatto colpisca non solo il colpevole, ma anche chi è vittima. Perchè Sandra è la chiave del pettegolezzo odierno? La cosa è semplice da chiarire. L'eco della sua vittoria all'Oscar, partendo da "Speed" alle commedie romantiche, molte delle quali intelligenti, e la sua contemporanea affermazione al Razzie la espongono a personaggio-vendibile per eccellenza. Se c'è una regola del giornalismo è quella di saper cavalcare l'onda, sempre. E la Bullock, con due incassi stratosferici quest'anno e due premi di rilievo, nonchè la grande capacità di tenere in mano, per spigliatezza e simpatia, i media di ogni dove, è materiale vendibile, copertina attira-acquirenti. Lo stesso è accaduto a Tiger Woods. La cosa che più ci far star male è che un fior fiore di giornalisti non fa che perdere il proprio tempo dietro le fughe d'amore, i sospetti, l'intromissione nella vita privata di persone che sono prima tali e poi star. E la cosa che fa ancora più male è che, al di là della semplice informazione di conoscenza, si scava nell'interiorità delle vite. Come vi sentireste se un giornalista vi seguisse ovunque per descrivere il vostro comportamento "fuori dai limiti"?Come vi sentireste se un paparazzo vi fotografasse mentre siete in una situazione di intimità? In un'epoca di parti in diretta (articolo di oggi su Libero), di ammiccamenti immotivati, di dimissioni politiche per "sex-gates", di scontri verbali e attacchi, di inciuci, il gossip rimane l'unica credenziale per intontire le persone fino a farle cadere nella trappola dell'apatheia come condizione di assenza di emozioni per ogni cosa (vi consiglio "Pesce d'aprile" di Samuele Bersani) e a distrarle. Una distrazione virtuale da ogni elemento, positivo o negatvivo, che ci sia nella vita personale, sociale di ognuno di noi.
Sandra Bullock quest'anno ha vinto un Oscar storico. Non perchè sia stata l'attrice più meritevole dell'anno, ma perchè è la dimostrazione vivente della capacità di coesione tra un blockbuster e un film con pochi mezzi, tra un ruolo da commedia ad atmosfere più drammatiche. In poche parole, la Bullock ha vinto un Oscar non per ciò che ha interpretato, ma semplicemente per ciò che è. Ed è una donna amata, amatissima, regina del boxoffice, regina dei media. E' come ogni donna amata (e sottolineo donna) deve essere passata al setaccio, deve essere gettata in pasto ai leoni. Sembrerà un discorso schierato, ma la Bullock sconta il fatto di essere una donna di successo, così come ogni donna sconta il fatto di essere qualcuno nella vita. Trovo disdicevole l'atteggiamento verso una persona con serie difficoltà, al centro di cose che non le appartengono. Un personaggio pubblico è soggetto ai rumors indesiderati, per quanto siano morbosi e inutili. Non ha senso, inoltre, che il gossip infimo e peraltro del tutto inesatto colpisca non solo il colpevole, ma anche chi è vittima. Perchè Sandra è la chiave del pettegolezzo odierno? La cosa è semplice da chiarire. L'eco della sua vittoria all'Oscar, partendo da "Speed" alle commedie romantiche, molte delle quali intelligenti, e la sua contemporanea affermazione al Razzie la espongono a personaggio-vendibile per eccellenza. Se c'è una regola del giornalismo è quella di saper cavalcare l'onda, sempre. E la Bullock, con due incassi stratosferici quest'anno e due premi di rilievo, nonchè la grande capacità di tenere in mano, per spigliatezza e simpatia, i media di ogni dove, è materiale vendibile, copertina attira-acquirenti. Lo stesso è accaduto a Tiger Woods. La cosa che più ci far star male è che un fior fiore di giornalisti non fa che perdere il proprio tempo dietro le fughe d'amore, i sospetti, l'intromissione nella vita privata di persone che sono prima tali e poi star. E la cosa che fa ancora più male è che, al di là della semplice informazione di conoscenza, si scava nell'interiorità delle vite. Come vi sentireste se un giornalista vi seguisse ovunque per descrivere il vostro comportamento "fuori dai limiti"?Come vi sentireste se un paparazzo vi fotografasse mentre siete in una situazione di intimità? In un'epoca di parti in diretta (articolo di oggi su Libero), di ammiccamenti immotivati, di dimissioni politiche per "sex-gates", di scontri verbali e attacchi, di inciuci, il gossip rimane l'unica credenziale per intontire le persone fino a farle cadere nella trappola dell'apatheia come condizione di assenza di emozioni per ogni cosa (vi consiglio "Pesce d'aprile" di Samuele Bersani) e a distrarle. Una distrazione virtuale da ogni elemento, positivo o negatvivo, che ci sia nella vita personale, sociale di ognuno di noi.
Commenti
Posta un commento