Quando si dice volgarità. Dei modi, dei comportamenti, delle scelte. La Ferilli è una donna e questo lo sappiamo tutti, anche perchè si propone spesso in servizi che ce lo ricordano. E' anche una donna di poltica, le cui idee hanno una competenza in materia notevole. Notevole ad essere tutto e il contrario di tutto. Oggi ha detto di ammirare Berlusconi, anche se non lo vota, domani arriverà ad essere candidata di una sua lista, forse. E' l'espressione di un mondo, quello di sinistra, in particolare romano, come ha più volte attestato. Aveva promesso di spogliarsi nuda per lo scudetto della Roma e l'ha fatto, con bikini, con una pudicizia e una signorilità d'altri tempi (ehm.). Mi sembrava che fosse anche tifosa della Lazio in principio. E credo vivamente che molti sperino che la cosa non si ripeta mai più. Ha anticipato i calendari, ha prestato il suo volto a delle pubblicità, ha riempito, suo malgrado, i giornali di gossip, si è costruita un personaggio. Ma, per favore, non dite che questa donna sia un'attrice. Per favore. Un'attrice è recitazione. Ma voi avete mai visto la Ferilli in ruoli diversi dai tre luoghi comuni della bella donna un pò svampita, della povera donna, della forte donna? Ripercorriamo la carriera in pochi passi. Dalle comparse alla carriera vera e propria. Una carriera che non ha un solo film memorabile. Ha lavorato nel peggior film del compianto Emmer, nel peggior film di Nuti, per dire. Ha lavorato con D'Alatri, e la cosa non va a suo vantaggio. L'unica vera consacrazione è avvenuta con Paolo Virzì, che nello scegliere un'altra attrice portante,sanguigna, carnale come la compagna Micaela Ramazzoti, ha realizzato il suo capolavoro. Nei due film di Virzì, il primo e l'ultimo dei tre, "La bella vita" e "Tutta la vita davanti" ha dato il meglio di sè. "Ferie d'Agosto" lo dimenticherei volentieri. Anche in questi casi, però, l'elemento popolano non si è sottratto nonostante le sfumature diverse dei personaggi. Il tono, le movenze, l'ancheggiare mettono davanti sempre Sabrina e mai il personaggio. Ha indossato parrucche, si è messa a soffrire, a piangere, ad assumere un atteggiamento bordeline surreale sulla scena, si è spogliata nei suoi primi film completamente, ha cercato di interpretare Dalida in una fiction Mediaset e ho avuto un piccolo colasso per l'eresia quando si sovrapponeva la voce di una splendida cantante ad una donna che non aveva un minimo di femminilità. Ha lavorato con molti uomini da commedia e caratteristi. Ricordate Salemme, Parenti e Vanzina, con un cult del trash al secondo atto, e un cinepanettone. E soprattutto è stata una delle protagoniste del film italiano più brutto di tutti i tempi, "I mostri oggi", remake del classico di Dino Risi che mi ha agghiacciato. Sabrina è partita con piccoli ruoli, con grandi autori, come Monicelli, è cresciuta con alcuni registi che l'hanno voalorizzata (Ferreri) ed è arrivata a lavorare in fiction Tv dove le sue ospitate sono memorabili per la vacuità delle opinioni, e oggi riparte, sempre sul piccolo schermo, da Eros Puglielli che partito con un percorso originale si è rivelato, finora, una boutade. Quando ha dichiarato: Basta con Filiberto in Tv, l'abbiamo applaudita. Farebbe bene a riposarsi anche lei, le diciamo.
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