Ora in onda, uno dei film più pretenziosi degli ultimi tempi. Si chiama "L'altra donna del re". Tratta delle sorelle Bolena, interpretate da Scarlett Johansson e Natalie Portman con il re Enrico VIII nelle mani di Eric Bana. Vi parlo di questo film per mostrarvi che anche chi ha qualcosa da dire in campo cinematografico compie degli errori grossolani. Il regista, Justin Chadwick, ora con un low-budget sottomano, esordisce nel mondo del cinema senza lasciare il segno. Scarlett Johansson consolida il 2008, con "The spirit" e l'orrendo "Vicky Cristina Barcelona", come l'anno della sua involuzione. Scarlett non è entrata mai nelle grazie del sottoscritto. Eric Bana è un attore piacente che rischia poco, anche se il suo personaggio in "Munich" è fantastico. Va detto che il salto potrebbe avvenire con le produzioni di Joe Wright e di Noah Baumbach. Mi voglio soffermare su un capofila, lasciando Sandy Powell, la costumista, al suo angolino di sole ben meritato, tra OScar e Festival anche in Italia, e lo sceneggiatore Peter Morgan tra le sue analisi socio-politiche. L'attrice è Natalie Portman che è il miglior esempio di talento connaturato ad una bellezza eterea. La Portman, come il 90% delle attrici ha commesso molti passi falsi, da "Where the heart is" a "Anything but here", ma non mai sfigurato in un contesto cinematografico. Il pessimo "Closer" nè è un altro indicatore: appena appare lei, ogni cosa si scioglie e diventa invisibile. La Roberts non può far altro che gridare per far capire che è lì. Zach Braff l'ha scelta per il suo esordio, "Garden State", che ho rivalutato molto recentemente. Quale attrice con "Star Wars", una collaborazione con Burton, lo splendido "Leon" e un cameo che è la gemma di un film non riuscito come "Cold Mountain" di Minghella, avrebbe accettato ad inizio carriera una parte del genere in un film stralunato e strafumato con garbo, quando ancora il genere era di nicchia? Natalie contribuì al successo del film in modo esponenziale. Ha Lavorato con Amos Gitai e in un film, "True", che è un cult che devo ancora reperire. "V for Vendetta" dimostra, oltre alla bravura magistrale, la scelta di seguire un percorso alternativo anche rispetto alla sua immagine corporea di scricciolo. Keira Knightley è una lattante che vive nei film in costume, Natalie una donna che cambia genere senza perdere, in tutti i contesti (si vedrà nella rivisitazione horror di "Orgoglio e Pregiudizio" con David O. Russel che promette scintille) la sua femminilità. Ha lavorato con Anderson e con Wong-Kar Wai, ha debuttato come regista, nel 2010, oltre a "Thor" del 2011, uscirà il film alla "Eva contro Eva" del director di "The Wrestler" Darren Aronofsky, che potrebbe valere un premio e consacrarla. Natalie sbaglia ma lo fa con la consapevolezza di un talento artistico. Altri sbagliano un film e ne indovinano molti senza lo stesso talento. Nel film in onda, è l'elemento di spicco, con la povera Johansson che sembra fuori posto. Si può dire che non sempre scelga il copione migliore, ma che come Eve del film di Joseph L. Mankiewicz, la sua presenza metta in agitazione le altri attrici sul set e che non c'è solo mestiere ma talento e passione, nonchè un animo indie marcato. Osa, anche nella commedia con Kutcher.
Ora in onda, uno dei film più pretenziosi degli ultimi tempi. Si chiama "L'altra donna del re". Tratta delle sorelle Bolena, interpretate da Scarlett Johansson e Natalie Portman con il re Enrico VIII nelle mani di Eric Bana. Vi parlo di questo film per mostrarvi che anche chi ha qualcosa da dire in campo cinematografico compie degli errori grossolani. Il regista, Justin Chadwick, ora con un low-budget sottomano, esordisce nel mondo del cinema senza lasciare il segno. Scarlett Johansson consolida il 2008, con "The spirit" e l'orrendo "Vicky Cristina Barcelona", come l'anno della sua involuzione. Scarlett non è entrata mai nelle grazie del sottoscritto. Eric Bana è un attore piacente che rischia poco, anche se il suo personaggio in "Munich" è fantastico. Va detto che il salto potrebbe avvenire con le produzioni di Joe Wright e di Noah Baumbach. Mi voglio soffermare su un capofila, lasciando Sandy Powell, la costumista, al suo angolino di sole ben meritato, tra OScar e Festival anche in Italia, e lo sceneggiatore Peter Morgan tra le sue analisi socio-politiche. L'attrice è Natalie Portman che è il miglior esempio di talento connaturato ad una bellezza eterea. La Portman, come il 90% delle attrici ha commesso molti passi falsi, da "Where the heart is" a "Anything but here", ma non mai sfigurato in un contesto cinematografico. Il pessimo "Closer" nè è un altro indicatore: appena appare lei, ogni cosa si scioglie e diventa invisibile. La Roberts non può far altro che gridare per far capire che è lì. Zach Braff l'ha scelta per il suo esordio, "Garden State", che ho rivalutato molto recentemente. Quale attrice con "Star Wars", una collaborazione con Burton, lo splendido "Leon" e un cameo che è la gemma di un film non riuscito come "Cold Mountain" di Minghella, avrebbe accettato ad inizio carriera una parte del genere in un film stralunato e strafumato con garbo, quando ancora il genere era di nicchia? Natalie contribuì al successo del film in modo esponenziale. Ha Lavorato con Amos Gitai e in un film, "True", che è un cult che devo ancora reperire. "V for Vendetta" dimostra, oltre alla bravura magistrale, la scelta di seguire un percorso alternativo anche rispetto alla sua immagine corporea di scricciolo. Keira Knightley è una lattante che vive nei film in costume, Natalie una donna che cambia genere senza perdere, in tutti i contesti (si vedrà nella rivisitazione horror di "Orgoglio e Pregiudizio" con David O. Russel che promette scintille) la sua femminilità. Ha lavorato con Anderson e con Wong-Kar Wai, ha debuttato come regista, nel 2010, oltre a "Thor" del 2011, uscirà il film alla "Eva contro Eva" del director di "The Wrestler" Darren Aronofsky, che potrebbe valere un premio e consacrarla. Natalie sbaglia ma lo fa con la consapevolezza di un talento artistico. Altri sbagliano un film e ne indovinano molti senza lo stesso talento. Nel film in onda, è l'elemento di spicco, con la povera Johansson che sembra fuori posto. Si può dire che non sempre scelga il copione migliore, ma che come Eve del film di Joseph L. Mankiewicz, la sua presenza metta in agitazione le altri attrici sul set e che non c'è solo mestiere ma talento e passione, nonchè un animo indie marcato. Osa, anche nella commedia con Kutcher.
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