My fair lady


2 ore e 40', Cukor ben dirige, tra tableaux vivant e assetto teatrale, nonchè inquadrature lunghe (in termini di durata) e in campo lungo. E' un grande regista, e le risorse economiche massimizzanti non gli sono che congeniali. E' ancora "studio system", e quindi negli extra vediamo il produttore che corregge e taglia. Non per questo il film non ha meriti di attenzione. Cukor, nei limiti, è un mesteriante. Più che una poetica, ha una summa di temi che convengono. Ma il significato morale ci sembra secondario, almeno ai giorni d'oggi. E il film, perfetto sotto una resa tecnica, gira continuamente su sè stesso. Ad aggravare, la scelta di un linguaggio sonoro, tipicamente da musical, che oscilla tra il no-sense e l'inverosimile. Vinse molti Oscar, tra cui quello per Miglior Film. E, in controtenda con le critiche, ci sembra che Audrey Hepburn sia superiore a Rex Harrison. Il perchè è evidente. La Hepburn ha la grazia di snaturare la verosimiglianza e si pone in maniera più empatica con lo stile del film; Harrison, che vinse l'Oscar, tenta una strada forse più complessa, ma cade nel baratro che separa il personaggio dalla persona. La Hepburn, in linea, come detto, con l'impostazione del film, oscilla tra la macchietta e il personaggio.


"The Rain in Spain", cantata da Marni Nixon, che doppia Audrey nelle parti musicali, e la cosa è troppo chiara...





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