5 dicembre, più di venti giorni e sarà 2010...Tiriamo le somme...Considerando le uscite, al cinema e directly in dvd, da gennaio ad oggi e le inevitabili mancanze che per la maggior parte saranno sanate entro dicembre, 12 mesi zeppi di sorprese, di grandi autori che ritornano, di blockbuster, di film di nicchia....Cosa resterà di quest'anno cinematografico? (l'incipit parte da Raf)...Lo scopriremo solo vivendo (da Battisti)...Stay tuned!
Ma il 2010 è anche l'inizio di una nuova decade...Quali sono le pellicole che mi hanno più convinto in questi dieci anni? Difficile dirlo con precisione, troppi passaggi, troppi cambiamenti nella mia vita, troppe buone o cattive convergenze...Prime impressioni, disposizioni d'animo differenti, occupazioni, rapporti, influenze critiche, numero esiguo di film, partendo dai miei 13 anni, quando il cinema era pressocchè inesistente nella mia mente, ai miei 22...Ancora oggi sconto il mio occidentalismo, soprattutto anglofilo, in ambito cinematografico, e non riesco a distaccarmene...Ma chissà, dai 23 ai 32 qualcosa, forse, cambierà...Vi avviso che la mia scelta soffre di recentismo, molto ho cancellato...
Elenco qualche titolo imprescindibile
24 Hours Party People di Michael Winterbottom, documentario sulla Factory Records, casa produttrice dei Joy Division, poi New Order, tra la stravaganza e la presunta pazzia, anche narrativa.
Radio Company di Robert Altman, ultimo film del compianto regista, non il migliore, ma quasi un ritorno, nell'impostazione, a Nashville. Meryl Streep canta e il country-folk non è il pop sdolcinato e chiassoso degli Abba di "Mamma mia". Segnalazione per "Gosford Park", del 2001.
Across the universe di Julie Taymor, musical atipico tra lo sperimentalismo e la tradizione narrativa...Lancia definitivamente Evan Rachel Wood.
Amores Perros Primo film di Inarritu, il migliore, quando ancora la concatenazione geometrica aveva un suo perchè e la storia risultava atipica. Gael Garcia Bernal, attore talentuoso, oggi ridotto a girare con Garry Marshall.
Le vite degli altri, forse il miglior film europeo del decennio, ma c'è un italiano che potrebbe batterlo (e non è nè Garrone nè Sorrentino)...Non so se era nei piani del regista, ma mi ha inquietato non poco...
Changeling di Clint Eastwood, miglior film dell'annata 2008, perfetta ricostruzione storica, fotografia , soundtrack, ma soprattutto grandiosa interpretazione di Angelina Jolie che è stata defraudata di un Oscar dalla pur meritovole Kate Winslet
Il labirinto del fauno di Guillermo Del Toro, esperienza visiva ed emotiva. La "lullaby" finale è straziante. Perfetta concatenazione tra storia e mito, realtà e fantasia.
Ferro 3, il migliore Kim-Ki Duk, che soddisfa un citerio di commerciabilità e di originalità contenutistica di gran lunga superiore agli ultimi esiti cinematografici
Good night, and Good luck di George Clooney...Opera seconda di Clooney, splendida, quasi un contrappasso rispetto alla prima, mediocre e alla terza, imbarazzante. Analisi giornalistica in bianco e nero del maccartismo con un grande David Straitharn
Io non sono qui di Todd Haynes, opera del tutto disarcionata da una prospettiva comune, indefinita e indefinibile. Bob Dylan è sfondo, non come nel documentario di Scorsese. Cast d'eccezione, Gere inutile, brava la Blanchett, ma l'impostazione Actor's studio alla fine stanca.
Vera Drake di Mike Leigh, opera di ampio sapore drammaturgico condensato in emozioni. Imelda Staunton eccelsa, tema spinoso, svolto con delicatezza e senza pregiudizi.
La famiglia Savage di Tamara Jerkins, cast straordinario, sensibilità femminile, stridore famigliare.
I Tenenbaum di Wes Anderson, grottesco, ironico, cattivo, insensato, psicologico ma antirealista.
Pieces of April di Peter Hedges, commedia low-budget, indie, ma pacificatrice. La famiglia si riannoda, in un contesto multietnico. Molto gradevole, seppure utopica. L'unico film in cui Katie Holmes riesce a recitatare decentemente.
Appuntamento a Belleville, cartone pittorico francese.
Persepolis, un esempio di graphic novel trasposta che riesce meglio di qualunque documentario a descrivere parte della storia iraniana. Lavoro armonico, senza eccedere nella drammaticità o nell'eccessivo umorismo di Marjane Satrapi
Moulin Rouge!, primo musical della rinascita hollywoodiana di genere, sfiora l'alto e il basso, la perfezione scenica e l'esibito kitsch, stravolge canzoni simbolo, mixandole, interpretazione divina di Nicole Kidman.
Fratello, dove sei? dei fratelli Coen, il primo di una lunga serie, dal 2000 in poi. Musiche fantastiche, c'è qualcuno che mi regala il cd??? Del tutto iconoclasta e vago, con il famoso Ku-Ku-Xlan preso in giro, in antitesi a "Nascita di una nazione" di Griffith. "Non è un paese per vecchi" è un must.
Mulholland Drive di David Lynch, prima che il suddetto prendesse la piega delle ripetizioni fini a sè stesse. Ancora oggi ho qualche dubbio, per capirci qualcosa cercai soluzioni su Internet...Mi ha ossessionato durante l'adolescenza, con la battuta "SILENCIO", che ripetevo in continuazione...
Meduse, impalpabile lavoro israeliano, struggente e dolce, mai enfatico. Poesia viscerale e la più bella versione de "La vie en rose" dai tempi di Edith...
Lontano dal paradiso/Note di uno scandalo, due film di diversa ambientazione storica, accomunati dalla lotta ad una pruderie moralistica tipica di ogni società e contrari alle definizioni a priori.Interpretazioni favolose: da una parte Julianne Moore alle prese con il melò, dall'altra Judi Dench e Cate Blanchett, tra le coppie più belle della storia del cinema, in un duetto che non ha eguali.
Galline in fuga/Ratatouille: i migliori film di animazione dell'ultima decade di casa Dreamworks e Pixar.
Cuori di Resnais/Solo un bacio, per favore di Mouret: due film francesi, molto diversi per struttura e resa, con una caratteristica comune: un'indagine approfondita sull'amore senza scempiaggini smielate e con una psicologia latente (Resnais) o onnipresente e derisoria (Mouret)
Racconto di Natale di Descheplin, tagliente e complesso, un masterpiece di psicologia.
Private/In memoria di me di Saverio Costanzo, figlio di, con una certa dimestichezza ad intrufularsi in rovi zeppi di spine. Il primo mi colpì talmente, che da allora scelsi un film al posto di un programma spazzatura in tv.
Wonder Boys /Rodger Doodger, due film che rapportano l'adolescente al mondo adulto. Più stereotipato il primo, caustico il secondo.
Stella, nell'anno dell'apprezzabile "La classe", la tematica scolastica raggiunge il suo culmine con Stella, opera di smarrimento, che non a caso ricorda il Truffaut dei "400 colpi"
La caduta/Goodbye, Lenin! film tedeschi che trattano due speculari e diverse fasi storiche, con diseguali intenti, ma una corretta passione civile. La mitizzazione tanto paventata di Hitler, sinceramente, non so dove possa constatarsi.
Big fish di Tim Burton, il film più onesto della sua ultima fase.
Brokeback Mountain, film di arrivo, ma, a suo modo, precursore. Ang Lee non è il mio regista preferito, ma gli va riconosciuta una grande maestria tecnica. Leggermente fuori fuoco in qualche scelta, ha un'intento pedagogico ammirevole.
L'imbalsamatore/Gomorra/Il divo/Pane e tuilpani/Io non ho paura/Non pensarci/La ragazza del lago/Caterina va in città, film italiani con molti pregi
Maria Full of Grace/Monster's ball: Due storie ai margini, al bivio, diverse in tutto, più marcatamente realistica la prima, con Catalina Sandino Moreno, più complessa la seconda, con ottime performance, soprattutto le maschili.
Il pianista, il capolavoro sullo Shoah, lontano anni luce dal buonismo di Spielberg. Disarmante. Adrien Brody al top.
L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, western atipico, dalle dinamiche interiori pregnanti, massima contrapposizione al manicheismo e alla spettacolarizzazione tipiche del genere.
Zodiac di Fincher, ritratto ansiogeno, splendidamente fotografato. Il più bel film di Fincher
Parla con lei/Volver: Due dei film più personali ed emozionanti di sempre. Almodovar passa dallo sberleffo all'essere autore a tutto tondo.
Lo scafandro e la farfalla, miglior esempio di regia degli ultimi anni, di Schnabel
La trilogia del Signore degli anelli, grandioso esempio di profondità e ampiezza delle riprese e di semi-perfezione tecnica.
La città proibita/La tigre e il dragone: i migliori Wuxipian moderni.
Lost in traslation/La vita segreta delle parole: due film diretti da donne, intimisti
Stille life/Le biciclette di Pechino: J'accuse diversi sul sistema cinese.
La meglio gioventù, l'opera più importante dell'ultima cinematografia italiana, o, almeno, una delle più riuscite. Da qualunque prospettiva si guardi.
La città incantata del maestro Myhazaki, non ci sono parole...
In the mood of love, l'estetismo puro, la descrizione di un amore di sguardi, che opera di sottrazione.
Magdalene/Amen, ricostruzione storica coerente, l'altro lato della medaglia, perchè le cose non sono a senso unico.
Collateral, la maturazione di Michael Mann, in una stringente tensione di introspezione, smarrimento, attesa.
I lunedì al sole, esempio di una Spagna viva, di umori e di fragilità.
Il figlio dei fratelli Dardenne, un film carico di sentimenti irrisolti.
Ma il 2010 è anche l'inizio di una nuova decade...Quali sono le pellicole che mi hanno più convinto in questi dieci anni? Difficile dirlo con precisione, troppi passaggi, troppi cambiamenti nella mia vita, troppe buone o cattive convergenze...Prime impressioni, disposizioni d'animo differenti, occupazioni, rapporti, influenze critiche, numero esiguo di film, partendo dai miei 13 anni, quando il cinema era pressocchè inesistente nella mia mente, ai miei 22...Ancora oggi sconto il mio occidentalismo, soprattutto anglofilo, in ambito cinematografico, e non riesco a distaccarmene...Ma chissà, dai 23 ai 32 qualcosa, forse, cambierà...Vi avviso che la mia scelta soffre di recentismo, molto ho cancellato...
Elenco qualche titolo imprescindibile
24 Hours Party People di Michael Winterbottom, documentario sulla Factory Records, casa produttrice dei Joy Division, poi New Order, tra la stravaganza e la presunta pazzia, anche narrativa.
Radio Company di Robert Altman, ultimo film del compianto regista, non il migliore, ma quasi un ritorno, nell'impostazione, a Nashville. Meryl Streep canta e il country-folk non è il pop sdolcinato e chiassoso degli Abba di "Mamma mia". Segnalazione per "Gosford Park", del 2001.
Across the universe di Julie Taymor, musical atipico tra lo sperimentalismo e la tradizione narrativa...Lancia definitivamente Evan Rachel Wood.
Amores Perros Primo film di Inarritu, il migliore, quando ancora la concatenazione geometrica aveva un suo perchè e la storia risultava atipica. Gael Garcia Bernal, attore talentuoso, oggi ridotto a girare con Garry Marshall.
Le vite degli altri, forse il miglior film europeo del decennio, ma c'è un italiano che potrebbe batterlo (e non è nè Garrone nè Sorrentino)...Non so se era nei piani del regista, ma mi ha inquietato non poco...
Changeling di Clint Eastwood, miglior film dell'annata 2008, perfetta ricostruzione storica, fotografia , soundtrack, ma soprattutto grandiosa interpretazione di Angelina Jolie che è stata defraudata di un Oscar dalla pur meritovole Kate Winslet
Il labirinto del fauno di Guillermo Del Toro, esperienza visiva ed emotiva. La "lullaby" finale è straziante. Perfetta concatenazione tra storia e mito, realtà e fantasia.
Ferro 3, il migliore Kim-Ki Duk, che soddisfa un citerio di commerciabilità e di originalità contenutistica di gran lunga superiore agli ultimi esiti cinematografici
Good night, and Good luck di George Clooney...Opera seconda di Clooney, splendida, quasi un contrappasso rispetto alla prima, mediocre e alla terza, imbarazzante. Analisi giornalistica in bianco e nero del maccartismo con un grande David Straitharn
Io non sono qui di Todd Haynes, opera del tutto disarcionata da una prospettiva comune, indefinita e indefinibile. Bob Dylan è sfondo, non come nel documentario di Scorsese. Cast d'eccezione, Gere inutile, brava la Blanchett, ma l'impostazione Actor's studio alla fine stanca.
Vera Drake di Mike Leigh, opera di ampio sapore drammaturgico condensato in emozioni. Imelda Staunton eccelsa, tema spinoso, svolto con delicatezza e senza pregiudizi.
La famiglia Savage di Tamara Jerkins, cast straordinario, sensibilità femminile, stridore famigliare.
I Tenenbaum di Wes Anderson, grottesco, ironico, cattivo, insensato, psicologico ma antirealista.
Pieces of April di Peter Hedges, commedia low-budget, indie, ma pacificatrice. La famiglia si riannoda, in un contesto multietnico. Molto gradevole, seppure utopica. L'unico film in cui Katie Holmes riesce a recitatare decentemente.
Appuntamento a Belleville, cartone pittorico francese.
Persepolis, un esempio di graphic novel trasposta che riesce meglio di qualunque documentario a descrivere parte della storia iraniana. Lavoro armonico, senza eccedere nella drammaticità o nell'eccessivo umorismo di Marjane Satrapi
Moulin Rouge!, primo musical della rinascita hollywoodiana di genere, sfiora l'alto e il basso, la perfezione scenica e l'esibito kitsch, stravolge canzoni simbolo, mixandole, interpretazione divina di Nicole Kidman.
Fratello, dove sei? dei fratelli Coen, il primo di una lunga serie, dal 2000 in poi. Musiche fantastiche, c'è qualcuno che mi regala il cd??? Del tutto iconoclasta e vago, con il famoso Ku-Ku-Xlan preso in giro, in antitesi a "Nascita di una nazione" di Griffith. "Non è un paese per vecchi" è un must.
Mulholland Drive di David Lynch, prima che il suddetto prendesse la piega delle ripetizioni fini a sè stesse. Ancora oggi ho qualche dubbio, per capirci qualcosa cercai soluzioni su Internet...Mi ha ossessionato durante l'adolescenza, con la battuta "SILENCIO", che ripetevo in continuazione...
Meduse, impalpabile lavoro israeliano, struggente e dolce, mai enfatico. Poesia viscerale e la più bella versione de "La vie en rose" dai tempi di Edith...
Lontano dal paradiso/Note di uno scandalo, due film di diversa ambientazione storica, accomunati dalla lotta ad una pruderie moralistica tipica di ogni società e contrari alle definizioni a priori.Interpretazioni favolose: da una parte Julianne Moore alle prese con il melò, dall'altra Judi Dench e Cate Blanchett, tra le coppie più belle della storia del cinema, in un duetto che non ha eguali.
Galline in fuga/Ratatouille: i migliori film di animazione dell'ultima decade di casa Dreamworks e Pixar.
Cuori di Resnais/Solo un bacio, per favore di Mouret: due film francesi, molto diversi per struttura e resa, con una caratteristica comune: un'indagine approfondita sull'amore senza scempiaggini smielate e con una psicologia latente (Resnais) o onnipresente e derisoria (Mouret)
Racconto di Natale di Descheplin, tagliente e complesso, un masterpiece di psicologia.
Private/In memoria di me di Saverio Costanzo, figlio di, con una certa dimestichezza ad intrufularsi in rovi zeppi di spine. Il primo mi colpì talmente, che da allora scelsi un film al posto di un programma spazzatura in tv.
Wonder Boys /Rodger Doodger, due film che rapportano l'adolescente al mondo adulto. Più stereotipato il primo, caustico il secondo.
Stella, nell'anno dell'apprezzabile "La classe", la tematica scolastica raggiunge il suo culmine con Stella, opera di smarrimento, che non a caso ricorda il Truffaut dei "400 colpi"
La caduta/Goodbye, Lenin! film tedeschi che trattano due speculari e diverse fasi storiche, con diseguali intenti, ma una corretta passione civile. La mitizzazione tanto paventata di Hitler, sinceramente, non so dove possa constatarsi.
Big fish di Tim Burton, il film più onesto della sua ultima fase.
Brokeback Mountain, film di arrivo, ma, a suo modo, precursore. Ang Lee non è il mio regista preferito, ma gli va riconosciuta una grande maestria tecnica. Leggermente fuori fuoco in qualche scelta, ha un'intento pedagogico ammirevole.
L'imbalsamatore/Gomorra/Il divo/Pane e tuilpani/Io non ho paura/Non pensarci/La ragazza del lago/Caterina va in città, film italiani con molti pregi
Maria Full of Grace/Monster's ball: Due storie ai margini, al bivio, diverse in tutto, più marcatamente realistica la prima, con Catalina Sandino Moreno, più complessa la seconda, con ottime performance, soprattutto le maschili.
Il pianista, il capolavoro sullo Shoah, lontano anni luce dal buonismo di Spielberg. Disarmante. Adrien Brody al top.
L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, western atipico, dalle dinamiche interiori pregnanti, massima contrapposizione al manicheismo e alla spettacolarizzazione tipiche del genere.
Zodiac di Fincher, ritratto ansiogeno, splendidamente fotografato. Il più bel film di Fincher
Parla con lei/Volver: Due dei film più personali ed emozionanti di sempre. Almodovar passa dallo sberleffo all'essere autore a tutto tondo.
Lo scafandro e la farfalla, miglior esempio di regia degli ultimi anni, di Schnabel
La trilogia del Signore degli anelli, grandioso esempio di profondità e ampiezza delle riprese e di semi-perfezione tecnica.
La città proibita/La tigre e il dragone: i migliori Wuxipian moderni.
Lost in traslation/La vita segreta delle parole: due film diretti da donne, intimisti
Stille life/Le biciclette di Pechino: J'accuse diversi sul sistema cinese.
La meglio gioventù, l'opera più importante dell'ultima cinematografia italiana, o, almeno, una delle più riuscite. Da qualunque prospettiva si guardi.
La città incantata del maestro Myhazaki, non ci sono parole...
In the mood of love, l'estetismo puro, la descrizione di un amore di sguardi, che opera di sottrazione.
Magdalene/Amen, ricostruzione storica coerente, l'altro lato della medaglia, perchè le cose non sono a senso unico.
Collateral, la maturazione di Michael Mann, in una stringente tensione di introspezione, smarrimento, attesa.
I lunedì al sole, esempio di una Spagna viva, di umori e di fragilità.
Il figlio dei fratelli Dardenne, un film carico di sentimenti irrisolti.
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