Review 2011 - A Sud di New York




Il policromatico lungometraggio "home made" di Elena Bonelli trascende ogni limite di buon gusto e artisticità, diventando una curiosa paella andata a male, tra musicarello vecchio stile (rivisitato in chiave Amiciana), avanspettacolo con tocco surreal-"cafonal" e tecnica di regia a metà tra il naif involontario e il videoclip anni '80.

Voto: 1/10

Poche volte nella vita si ha la fortuna/sfortuna di trovarsi di fronte ad un'opera del genere. E, da una parte , è una grande mortificazione, dall'altra una "novella" troppo gustosa per non scriverci due, tre righe. "A sud di New York" è un ridicolo tentativo di battere il ferro finchè è caldo, peraltro smentito dalla lentezza produttiva e di distribuzione. Il protagonista, che in realtà ha un ruolo esilissimo ed è addirittura doppiato nei dialoghi (cosa che d'altronde ha riguardato anche Bova in un film-minore dei Vanzina, "Piccolo Grande Amore", nel 1993), è infatti Luca Napolitano, reduce dal talent "Amici", edizione 2008/2009. Sulla possibilità che un cantautore sia anche un buon attore, tout court, credo che sia chiaro che molto dipenda dagli studi alle spalle e, nella loro completa insulsaggine, i musicarelli di Morandi o di Ranieri avevano un minimo di cura per l'elemeno interpretativo, magari legando, in modo indissolubile, l'immagine del cantante a quello del personaggio. Si trattava di un modo, mirato essenzialmente al guadagno, di far corrispondere vita e arte sullo schermo, magari aggiungendo la storia d'amore lacrimevole a rendere più appetibile il tutto. D'altronde se il mercato chiede, il produttore, ridendosela sotto i baffi, produce. Al di là della differenza sostanziale di popolarità tra un Napolitano o un Ranieri, non capisco come ad Elena Bonelli sia venuto in mente un progetto del genere, completamente fuori dal mercato. L'unica supposizione che posso fare, vista l'articolazione narrativa, è che l'idea della produttrice a "New York" fosse precedente rispetto all'introduzione dell'elemento musicale e che la possibilità di far entrare nel cast Napolitano, magari approfittando di una sua relativa sovraesposizione mediatica, sia stata l'appiglio di rielaborazione dell'opera per cercare una distribuzione minima a prescindere. E anche questa possibilità, visto il disastroso risultato del primo weekend in sala, non è andata in porto. Tornando allo schema narrativo, al di là della stupidità dei dialoghi, spesso così caricati da diventare veri e proprio tormentoni alla "Zelig",da una parte c'è una storia d'amore stile "Kiss me, Licia", dall'altra una storia/finto intrigo di necessità monetaria da parte di una ex-artista ora divenuta produttrice e affiliata ad un locale della malavita italiana (su questo aspetto il ridicolo non è solo ridicolo è proprio denigratorio verso la capacità mentale dello spettatore, con un Franco Nero e i suoi due scagnozzi stereotipati come non mai). Le due linee narrative, fatalmente, si incontrano. E sarà boutade (l'inglese è un'optional, e la pronuncia di singole frasi potrebbe diventare davvero un altro elemento rimarchevole nella definzione di "capolavoro del trash" che il film sembra aver opzionato da tempo). La Bonelli, che sembra star interpretando a teatro una massaia agghindata con ridicoli vestitoni più trash di "Sex and The City", cerca, almeno all'inzio, di aumentare la componente paradossale e zaloniana, ma il tutto va in fumo proprio per l'interazione di elementi troppo diversi, tra dramma personale (ridicolo, anch'esso), storia d'amore, personaggi di contorno (tra cui un Paolantoni che spicca solo quando viene deriso apertamente), e addirittura mafiosi con coltellino in mano, che suggeriscono piuttosto l'idea di assoluta mancanza di un filone narrativo e logico comprensibile. Dimenticando le scenografie e numerose canzoni, per evitare di peggiorare la situazione (la scelta del personaggio femminile è un mistero che nemmeno Raz Degan riuscirebbe a spiegare), vi invito a stare alla larga o comunque a tenervi preparati. "A sud di new York" fa sembrare i cinepanettoni di De Sica una parvenza di cinema. E con questa massima, passo e chiudo.

Commenti

  1. dai questo film non merita recensioni.. non meritava la visione.. nn meritava di essere prodotto. A questo punto deve solo scomparire.
    Io propongo la petizione:
    Salviamo il master originale di "A sud di new york" sigillandolo nella centrale di Fukushima!

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  2. io partecipo alla tua petizione e cercherò di far aderire tutte i possibili esseri pensanti sulla terra compreso il mio gatto (che è molto più intelligente di me e della regista assieme)...Comunque se puoi anche più in là guardalo, è un'esperienza che va provata sulla propria pelle ;)

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