Invisibili - Attenberg











"Attenberg" è un film eccessivo, morboso, fastidioso, ma rinvia ad una cifra stilistica omogenea e personale, inquadrata nella nuova cinematografia di matrice greca. Un po' scandalo alla francese, un po' sguardo "freddo mediterraneo", data la location notevolissima, è un'opera difficile e fallace, ma è anche ricca di piccole perle e momenti intensissimi. Profondamente ancorato alla sua società di provenienza, "Attenberg" unisce tante piccole componenti diseguali, anche provocatorie, ma perde su quasi ogni fronte narrativo, se non fosse per la grande interpretazione della giovanissima Ariane Labed e la semplicità stilistica.


Avere un'opinione argomentativa in sè riguardo un prodotto come "Attenberg" è già piuttosto difficile. La prima impressione, mediata da un'abitudine cinematografica che non si apre spesso alle altre culture, è di enorme imbarazzo. A mente lucida, l'altro rischio è che l'elemento originale diventi così fondamentale nella lettura dell'opera che si arrivi ad una dimensione diametralmente opposta, acuendo l'entusiasmo. Avere un'opinione numerica e sintetica su "Attenberg", data la scarsa conoscenza della neo-cultura cinematografica greca, è del tutto fuori dalla mia portata, anche per via dell'oscillazione enorme in una scala da uno a dieci, senza possibilità di mediazione nell'attribuire un voto numerico alla pellicola. In fin dei conti, vi consiglio la visione, per definire la vostra posizione circa un film che si odia e si ama, a seconda di parametri troppo personali. Fatta questa necessaria premessa, veniamo a qualche piccola considerazione. Il film è diretto da Athina Rachel Tsangari, un nome che mi risulta assolutamente nuovo. Uno degli attori, peraltro marginale, è Giorgos Lanthimos, il nome di spicco della cinematografia greca, candidato all'Oscar quest'anno con "Dogtooth". Delle sue opere, ho avuto il grande piacere di vedere solo quest'ultima e l'ho apprezzata in modo assoluto, tanto da entrare direttamente nella mia personale top ten del 2010. La presenza di Lanthimos nel cast è, di certo, il manifesto di una continuità cinematografica, ma non di una copia. La regista, infatti, non ha nè il mordente, nè la critica sociale nel suo DNA, tanto meno riesce a leggere in modo così esaustivo la dimensione antropologica in cui introduce i suoi personaggi. Se Lathimos, in "Dogtooth", alimenta la morbosità, la nudità, la sessualità esibita, lo fa inserendola in un preciso discorso provocatorio ma anche con valenza sociale, la Tsangari, invece, diluisce una certa dose di queste componenti, peraltro minore, con una valenza più vicina al vecchio cinema europeo d'autore, soprattutto francese. La provocazione è patinata, falsa, non necessaria. Se non ci fosse una vera scoperta come Ariane Labed a mettere in riga il personaggio sotto un profilo di credibilità, il "coming-of-age" della Tsangari sarebbe stato qualcosa di pruriginoso e lolitesco. Viene aiutata dagli ottimi interpreti, dall'altrettanto notevolissima scansione temporale (la durata di alcune sequenze di riempimento riesce ad accrescere il lato evocativo e underground della pellicola, penso per esempio alla passeggiata lunghissima delle due ragazze, in piena notte, mentre echeggia la sonorità insieme extra e intra-diegetica di "Tous les garçons et les filles" di Françoise Hardy) e dal tocco minimalista che investe l'intero assetto visivo, che sia di location, ma anche di singolo oggetto decorativo stilizzato. Certo che l'imitazione animalesca reiterata (sembra un'ossessione tipicamente greca) e i momenti di sessualità aperta possono non incontrare il favore di un pubblico occidentalizzato, ma vale la pena provare ad avere un'impressione meno pregiudizievole, soprattutto per la scoperta di un modo differente di intendere la reltaà filmica e non. Infine, mi preme sottolineare il merito tecnico, indiscutibile, della regista e del suo team.

Commenti

  1. as-so-lu-ta-men-te da ve-de-re !!!!
    poi per me un film, se viene anche solo sfiorato da Lanthimos divente un must, eheh...
    grazie francesco maaaa... si trova? ;-)

    RispondiElimina
  2. roby quando lo vedi poi mi dici se Lanthimos sfiora solo oro...Si trova con i soliti sub english, ma appena ci saranno quelli ita te lo faccio sapere sul tuo blog... ;)

    RispondiElimina
  3. grazie mille francesco, attendo allora :)

    RispondiElimina

Posta un commento