TV-Movie of the Day - L'incredibile viaggio della Tartaruga







Stasera su Rai3 alle 21,30


6.0 su 10

Il carattere visivo è uno degli elementi fondamentali (almeno per me) in un film. E, vedendo i fotogrammi precedenti, forse potreste pensare che non ho un gusto estetico molto alto, leggendo la valutazione numerica sopra. In realtà, la bellezza visiva è solo una delle componenti cinematografiche. Nel caso di un documentario naturale, si tratta, in più, di un tipo di bellezza facile, anche falsata in questo caso (credo che il lavoro di postproduzione abbia dato man forte in modo troppo evidente, togliendo una carica più realistica all'opera). Oltre alla bellezza visiva, c'è bisogno di una storia che meriti di essere raccontata. E, di certo, il viaggio misterioso e stupefacente della tartaruga è un soggetto forte. Il problema sta nell'impostazione. Invece di descrivere una natura complessa, contraddittoria, non lineare, l'ottica del film è quella dell'umanizzazione della tartaruga, con la voce fuori campo (in originale di Miranda Richardson, in italiano di Paola Cortellesi, che a volte stecca) che è un continuo riproporsi di considerazioni umane, seguendo una logica che appartiene a noi, ma non espressione del vero mistero della natura, inesprimibile a parole. Piuttosto che al mistero, si tende alla facile pedagogia, con frasi ad effetto ed espressioni di poesia, sostituendo l'Io umano a quello naturale. Il problema dell'antopoformizzazione limita notevolmente l'afflato del film, che segue un percorso schematico, frutto di una lettura umana, parziario, anche elementare. E, oltre le belle immagini, c'è poco altro. E le considerazioni annoiano e appesantiscono un'opera che avrebbe avuto un altro impatto se accompagnata solo dalla musica.

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