Tv-Movie of the day - I love, you man

alle 15,15 su SkyCinemaMania

6.5 su 10

Sapete cos’è una bromance? E’ una nuova sofisticazione linguistica, mutuata da qualche simpatico critico americano. Assembla due concetti: Romance e Brother, taggati insieme, in un’unica parola. “I love you, man” è un misto audace di goliardia da fratelli, termine convenzionale usato per definire un certo approccio tra amici, senza convenzioni, magari tipico dei circoli universitari o nelle confraternite, e romanticheria. Romance rende meno enfatico, più reale il Brother, Brother stuzzica il Romance. “I love you, man” è un’abile commedia sulla fine della guerra tra i sessi, o, perlomeno, su un nuovo modo di intendere i rapporti, indipendentemente da una connotazione sessuale. Di norma, un film ha una donna e un uomo, poi una tipologia di gay e una di etero. “I love you, man” ha il grande merito di rifiutare gli stereotipi. Nella famiglia, il fratello etero ha relazioni amichevoli solo con donne, il fratello gay ha tratti di mascolinità maggiori, dalla palestra all’uso di termini scurrili. La situazione di partenza è destinata a capovolgersi, nella parte descrittiva della sceneggiatura, che, come al solito, definisce più i gusti in ogni campo, soprattutto a livello artistico, dei registi e affiliati, che dei personaggi che si muovono sulla scena. C’è un lui che decide di sposare una lei. Ma manca il testimone dello sposo, perché lo sposo è circondato solo da donne. Subentra la fase di scoperta degli individui appartenenti al proprio sesso. C’è un tocco di demenzialità, qualche scena tipica del confronto tra sessi (ma anche il bacio stampato, per errore comprensivo, con il gay invitato a cena, non diventa motivo di vergogna, quasi a pacificare tutte le gamme di relazioni), poi la scoperta della vera amicizia. E la vera amicizia sembra essere amore vero e proprio, uno scambio continuo ed un nuovo modo di vedere la vita. Ed il triangolo è completo, quando è la compagna che approva l’unione amichevole con l’amico, prima abbandonato. In realtà, l’esperimento sociologico è brillante, perché inquadra una locuzione “I love you” che indica amore non solo monogamico, ma rivolto verso tutti i propri cari. Nel concetto, viene meno la sottile divisione tra amore e amicizia, quasi a garantire una democraticità relazionale e di rapporto. Prodotto da un Apatow che cerca una nuova strada, ha un’accoppiata vincente, Paul Rudd e Jason Segel. Alcuni appunti sull’innovazione in termini di scelte dialogiche, qualche battuta da tagliare, e un tocco psicologico molto superficiale (invece il passo sociologico è importante). Consigliato a chi ama comedy che hanno romanticherie e divertimento, senza eccedere, ai sostenitori della nuova commedia americana, a chi ha un migliore amico o aspira ad un ideale di amicizia come sostegno perpetuo. Il limite è la scarsa fruibilità del pubblico italiano, non affine ad entrare in una dimensione sociale diversa dalla propria.

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