Review 2011 - Unthinkable



7.0 su 10

B-movie di genere, mai uscito in sala nemmeno nella madrepatria, e direct-to-dvd anche nel nostro paese, "Unthinkable" è un prodotto costruito sul dilemma, intelligente oltre una superficie immediata, articolato da lasciare senza fiato, carico di suspense e con un tocco splatter (torture-movie) che è più realistico di quanto appaia. E' un film adrenalinico, anche se tutto basato sulle psicologie e sui meccanismi di difesa fisica e mentale, sulle posizioni "morali" e su concetti quali l'umanità/disumanità e la salvezza del singolo o della comunità. Manca un'azione sviluppata a dovere, non che il fatto sia un limite, e domina il confronto/scontro tra prigioniero e carnefice, con un continuo spostamento dell'ottica dello spettatore, che arriva a solidarizzare con il terrorista, e a combattere il sistema, non accorgendosi che la questione è molto più grande/sfumata di quella che sembri. Non a caso, la complessità dello scontro e la sua logica senza senno (con tanto di finale parzialmente aperto), sono i veri punti di riferimento dello stesso regista che mette in bocca al personaggio di Samuel L. Jackson, un laconico: "Ora siete con lui, contro di me", a sottolineare la difficoltà di giudizio morale degli stessi personaggi sulla scena. Il concetto di "cosa giusta" arriva alla massima relatività e al paradosso. Le posizioni sono esplicitate e chiare: c'è chi lotta per la fede e si rivolge contro i soprusi/crimini dell'imperialismo americano, chi cerca di difendere a tutti i costi la propria nazione e chi cerca (il personaggio femminile) di mediare tra le parti. Nessuno esce vincitore. A differenza del "Rendition" di Gavin Hood, il film di Gregor Jordan non propone un "happy-end", nè un'altisonante visione politica-diplomatica, propone un quesito, senza mai sposare posizioni manichee, e senza un finale consolatorio. E' un film duro, in cui la stessa recitazione non va oltre i limiti di "genere" nè si propone di elevare le psicologie, anzi le tipizza e si affida, con coscienza, ad una sceneggiatura forte, senza effetti speciali di riempimento. E spacca, quasi come se fosse un vero film d'autore, per la mutevolezza delle sensazioni percepibili dallo spettatore.

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