Review 2011 - Che bella giornata



6.0 su 10

E' il fenomeno indiscusso del 2011. Non ha battuto "La vita è bella", come hanno scritto molti giornali, ma l'ipotesi non è del tutto da scartare per le prossime settimane. "Che bella giornata", diretto da Gennaro Nunziante e interpretato dal Totò (definizione alquanto impropria) della comicità italiana moderna, Checco Zalone, è un film piacevole, leggero, che offre un'intrattenimento popolano/popolare e verace, andando ad inserirsi in quell'innesto di cinema meridionale che, da tempo, sta meritando un'attenzione mediatica notevole. D'altronde, nell'Italia del contrasto nord-sud (affrontato nel film precedente) e della Puglia "zona rossa", Zalone è un pò l'elemento che unifica tutti, a destra e a manca. Molti hanno insistito sul carattere politicamente scorretto del film; in realtà di scorretto non vi è nulla, giacchè si tratta di battute provenienti dal linguaggio, magari edulcorato, comune. E la critica sociale, tra raccomandazioni e famigliarismo, è tutt'altro che netta. Il personaggio principe, un bonaccione solo di carattere (e non di certo in fisicità), sguazza e vive nel sistema sociale con perfetta integrazione, tra favori e assunzioni coatte, coperto da una lunga schiera di "parentele" importanti, che spaziano in ogni luogo di potere. Zalone è coraggioso nel darne un certo livello di rappresentazione, ma cade nel clichè spesso, e non fa altro che girare attorno a supposizioni/realtà che ogni italiano sa sin dall'infanzia. Inoltre, il mondo del suo personaggio, perfettamente inserito in questa spirale societaria di degenerazione, è interpretabile in chiave ambigua, e il giudizio più che di condanna appare di solidarietà/empatia. Per il resto, cambia il confronto teamatico ("L'amore non ha religione"), si ride, non c'è un gran gusto e stile (e se il politicamente scorretto sta nel parlare di bruttezza della donna e deriderla, siamo davvero nel reazionario), e la satira non è sferzante, ma innocua. Con questo non voglio dire che non ci sia qualche elemento originale e qualche scelta di copione anticonformista, ma non mi addentrerei nelle medesime riflessioni fatte da molti giornali italiani a favore della portata cinematografica del film, che sarà pure il primo (o meglio il secondo) di una lunga serie di successi, ma non offre nulla di nuovo, se non intrattenere. Ci riesce (e bene), ma niente miracoli, nè sorprese. E' un film fatto per piacere, ben strutturato (con tempi comici adeguati) e ricco di battute "folli" dello Zalone nazionale. Ma basta, ora basta. Il cinema è altro.

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