Nomination ContactCinema 2010 - Miglior film di animazione


Il Regno di Ga'Hoole : La leggenda dei Guardiani

Un prodigio visivo da non temere scontri con i grandi registi-tecnici del nuovo millennio. Cameron è avvisato. Zack Snyder ha una visione spettacolare delle cose e l'immagine diventa vita prima di essere narrazione. In più manca la banalità e c'è un tocco di autore, nascosto nel fondo del barattolo. "Il regno di Ga'Hoole" riempie il vuoto di "300" in termini di sceneggiatura, ed evita le lungaggini di "Watchmen". Ma rimane sempre un tipo di animazione che con i piccoli ha poco a che vedere.


Porco Rosso

Arriva in Italia dopo 18 anni, in sala, e sconvolge per la grande cura estetica e per la semplicità di Miyazaki che si aggrappa alla storia (quella italiana del fascismo) ed evita il ricorso al mondo onirico. E' un film di cuore, ma anche di cervello, in cui è facile scorgere la grandiosità del marchio Ghibli, senza per questo pensare ad uno sperimentalismo fine a sè stesso. Un piccolo miracolo di distribuzione. Inatteso.



Toy Story 3

Sei pronto ad una delusione. E ti trovi davanti l'ennesimo prodotto Pixar senza sbavature. E se "Toy Story" è una pietra miliare, lo si conferma solo con la conclusione della trilogia, addirittura superiore ai primi due capitoli. Un saluto ai vecchi e ai nuovi giocattoli, un pò di malinconia, uno scatolo da abbandonare in soffitta. "Toy Story 3" è la tappa della crescita, ma anche quello del cambiamento e della speranza. E c'è un supercattivo che odora di fragola.

 9

Ancora un film non molto noto, passato direttamente in homevideo. E pensare che produce Tim Burton. La storia di "9" è di una poesia intrisa di dolore, ma è anche un inno di speranza contro la macchinizzazione imperante. Nel suo carattere fantascientifico, esprime un messaggio importante circa il destino umano, e vede un'ancora a cui aggrapparsi di salvezza. Ma ciò che colpisce è la cura visiva e soprattutto la precisione narrativa, con i personaggi definiti capillarmente e ogni cosa ben oleata. Un finale mostruoso e commuovente insieme ne fanno una pellicola preziosa e indispensabile, ma anche adulta.

 Fantastic Mr. Fox

Mr. Anderson si da alla favola. Sempre che sia una favola black, con dei personaggi folli, in perfetto accordo con lo stile del regista. E i nuovi "Tenenbaum" sono affetti da tante psicopatologie e soprattutto operano cercando di soddisfare i propri istinti. Tiene la concezione di famiglia, ma si allarga e diventa problematica. Anderson sceglie un doppiaggio accorto (guardatelo in lingua originale), usa la tecnica della stop-motion e non perde un minimo della sua follia visiva, declinata con sano cinismo/umorismo tipici del carattere che attribuisce alle proprie pellicole. E torna a diventare oggetto di culto.

Mary and Max

Da noi non è giunto, ma "Mary and Max" è forse il film più bello del 2009 (è uscito infatti, altrove, non nel 2010, ma un anno prima). La storia di due anime solitarie, schive, affette dalla paura del mondo, la descrizione della sindrome di Asperger (in un'accezione molto diversa da "Adam", altro film che tratta della materia), l'amicizia epistolare tra un uomo adulto e una ragazzina, lontani quanto la distanza tra due emisferi. Diretto da Adam Elliot, e con un doppiaggio espressivo di attori hollywoodiani più orientati all'indipendente, è uno dei film della rinascita del cinema australiano. E usa il suo intrinseco carattere animato non per semplificare, ma per alleggerire un'atmosfera tagliante, malinconica, ma vitale, o meglio, viva e toccante.

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