Tv-Movie of the Day

Il grande Lebowski


117 Minuti
1998
Capolavoro da guardare in religiosa contemplazione.
Su Premium Cinema alle 21,00

"Il grande Lebrowski" è una sorta di iniziazione ad un culto. Non troverete una semplice storia, ma la costruzione di una serie di grotteschi personaggi che operano secondo un obiettivo che si intravede nel nulla, nel nichilismo. Ma c'è di più. C'è una lunga schiera di filosofie passate che regge le vite complesse dei personaggi. E il nulla diventa una scansione di sesso e soldi, motori di ogni cosa. Jeff Bridges è il più normale ed empatico dei personaggi. Il cast è perfetto (merito dei Coen), John Goodman e Steve Buscemi di più. La Moore è una superlativa vichinga femminista.
Scrissi in proposito:

Los Angeles, “penso di aver visto quanto di più stupefacente si possa vedere
nel mondo”, dice il cowboy con il baffo prolungato e il cappello a falda
larga, mentre deglutisce l’intento registico, e lo si immagina addentare del
fieno poroso dal ranch, svelando gli archetipi e il progetto di una visione che
ride di sé stessa, con sé stessa e di noi, spolpando il ritmo poliziesco e
riducendo il tratto picaresco ad un hard-boiled di parodia, là dove i duri
pensano a salvarsi il membro, e cadono in trip d’acido, mentre un rapimento
irrompe nelle vite di certi personaggi che sfiancano a giudicare
dall’esplosione delle nostre tramortite fauci. Il Drugo viveva da eroe di un
mondo tutto suo, di bowling lucido con la palla andata in strike, mentre
poggiava alcool lievitato, e si veniva a far sfidare da un latinos che, chissà
dove sarà oggi, entrava tutto nelle sue tutine adamitiche con la scritta Jesus,
neanche fosse la sua incarnazione, di fast food, di tazza con la tavoletta
rigorosamente alzata, di vestaglietta con infradito, un paio di occhiali
demodé, un bagno tra candele profumate, capelli alla Chad Kroeger, la
pigrezza del latente non far niente, con l’assegno intestato per 69 cent per
comprare del latte in un market...

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