A Serious Man

Il film sull'inettitudine. O meglio sulla persecuzione da inettitudine. O meglio sul caos cosmico. O meglio sull'inesistenza di un karma. O meglio sull'yiddish-culture. O meglio sull'insensatezza. O meglio sul "non finito" narrativo. Il ciclone arriva, ma l'immagine scompare e non rimangono che i titoli di coda. Salvezza o sconfitta? Disperazione o boutade? I Coen attingono alla tradizione yiddish con acume e spregiudicatezza, ma arrivano a raffigurare un ordine cosmico senza motivazioni apparenti e senza spiegazioni. Un mondo individuale che è un mondo generale, la legge darwiniana che si collega al testo Biblico. E i Coen sguazzano nella pregevolezza di una recitazione in fieri e minimalista di un grande Michael Stuhlbarg.  Ma forse diventano indigesti a chi amava la loro spontaneità divertita. Sono cinici, ma anche riflessivi in modo diretto, e le risate non ci sono quasi mai.

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