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Quella sera dorata


James Ivory realizza un lavoro di buona fattura. Soprattutto va apprezzata la capacità di tenere alto uno stile signorile e dimesso, elegante e avvolto dalla bellezza paesaggistica. Ivory non viene meno al suo genio di ritrattista del bello, perde, però, qualche volta la mira e, anche se la cosa è poco percettibile, banalizza un soggetto più articolato. D'altronde, Ivory ha un'acuta lucidità, ancora, sebbene alternata a sprazzi di interni meno cinici e meno stringenti che in passato. Il film è un lungo melò moderno, con una serie di personaggi che ruotano attorno ad una figura non presente e le cui vite sono state o sono intrecciate su diversi livelli. Tutto è garbato e bello, ma la narrazione prosegue senza veri stravolgimenti, tanto che sia il tono dimesso che l'atmosfera tipica del regista subiscono una sorta di stop in più occasioni, arrivando a diventare leggermente noiosi. Ma il film è anche un prodotto che mira a valorizzare i suoi attori e ci riesce. Da Hopkins, molto a suo agio con il genere e il regista, alledue dame Laura Linney e Charlotte Gainsbourg, passando per il vero protagonista, il fascinoso Omar Metwally e Alexandra Maria Lara, splendida attrice europea.

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