Elizabeth su Rete 4 alle 21,10

"Elizabeth" è il primo capitolo di una trilogia dedicata alla famosissima "Regina Vergine", il simbolo per eccellenza del dominio inglese. Elisabetta I lancia definitivamente Cate Blanchette, attrice australiana, che nel 1999 sfiora l'Oscar con un ruolo tanto potente, quanto ambiguo. E' una forte mascolinità, della voce e del comportamento insieme, che costituisce il preambolo necessario per analizzare il personaggio. E' chiaro che il primo capitolo mostri, soprattutto nella fase antecedente all'incoronazione, una ragazza gioiosa e innomorata, non ancora capace di far breccia nel cuore dello spettatore. Ma la grandezza della Blanchette sta soprattutto nel saper far affiorare, durante la pellicola, e nel secondo capitolo, in particolare, il tratto freddo, calcolato, asettico di una donna che sublima le sue passioni e incarna il sacrificio, la forza, la grandezza. E' ancora troppo acerba Elizabeth, per buona parte del film, per garantirsi un posto nella storia del cinema. Ma le premesse ci sono tutte. Peccato che, oltre alla Blanchette, nell'opera ci sia poco altro. E se il primo film è piuttosto fedele, nonostante molte imprecisioni storiche, e con solo qualche macchia attoriale, con un pessimo Joseph Fiennes, e nemmeno il barocchismo di Shekhar Kapur è così invadente, i problemi sorgono più in avanti, nel secondo. E il terzo speriamo riprendi la strada della compattezza. Un film sufficiente, nonostante la Blanchette, che brilla di luce propria.

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