Review - Nowhere Boy


"Nowhere boy" è una biopic parzialmente riuscita. Ha una struttura armonica, parte da un soggetto interessante ("Imagine: Growing Up with My Brother John Lennon") scritto dalla sorella Julia Bard, è ben interpretato. Ma soprattutto è uno sguardo sulla genesi della genialtà (musicale) che pare normalità e sulla società anni '60 con i suoi cambiamenti e i suoi schemi costitutivi. Non è un film ribelle, bensì un film tradizionale. Eppure riesce a dare corpo alla ribellione del giovane John Lennon, e soprattutto a lasciarne intravedere le dissonanze caratteriali, tra un accanita forza e una dolcezza espressiva. Inoltre, la regista, Sam Taylor-Wood non cade nel tranello della semplificazione narrativa, ma in un'ora e mezza riesce a definire punto per punto la vita famigliare e sociale di Lennon. A volte, nei flashbacks, si perde per strada ed enfatizza tutto, ma anche questo aspetto corrisponde ad una volontà di circoscrivere degli eventi, tutti, in pochi momenti del passato che affiorano durante la vita quotidina e permettono, l'uno sommato all'altro, di risolvere il puzzle biografico del tutto.C'è una sequenza, recitata benissimo, posta quasi alla fine della pellicola, che vale il film. Per il resto non manca la prima importante affermazione della musica nella vita del giovane Lennon. E compare Paul McCartney e George Harrison. Ed è proprio il dittico maschile Aaron Johnson e Thomas Sangster a convincere del tutto, nonostante la giovane età. Kristin Scott Thomas e Anne-Marie Duff sono perfette, di classe, e definiscono i personaggi evitando i clichè. Due grandi attrici, forse le migliori del panorama britannico. Infine, la soundtrack mescola Lennon e Goldfrapp in una miscela pop ma non banale.Per il resto, prodotto standard.

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