Trailer film meno noti



Non è un film, ma un documentario, quello proposto da Davis Guggenheim, che, dopo aver vinto un Oscar, con "Una scomoda verità", anche grazie alla forza di Al Gore, e dopo aver sfiorato l'anno scorso la candidatura con il docu-rock "It might get loud", quest'anno ha scelto un tema tanto complesso quanto spinoso: il sistema scolastico, al collasso, negli Stati Uniti. Il tema, piuttosto scottante per una società che poco spesso fà autocritica, poteva condizionarne la portata e la stessa reliazzazione. Invece, dopo la vittoria al Sundance nella sezione apposita, la Paramout distribuirà la pellicola a Ottobre. Consapevoli che non arriverà mai in Italia nelle sale, attendiamo che Murdoch lo inserisca in programmazione su "Cult".



Questo trailer mi ha incuriosito molto. In primo luogo perchè di questo film non avevo mai sentito parlare. Ma soprattutto per la grande qualità visiva dell'insieme, nonchè per il ritorno al vecchio "cinema muto", con l'accompagnamento della partitura musicale associata alle immagini, come era prassi alle origini del cinematografo. Il cast e lo stesso regista, Dan Pritzker, che con i soldi non ha di che lamentarsi, sembrano cercare un tipo di arte non mirata al successo (la pubblicizzazione del prodotto è limitata) e che voglia, con tutti i crismi ufficiali, esprimere l'amore per la musica, e soprattutto per il jazz. E quando si dice jazz, Louis Amstrong, protagonista della pellicola, in tenera età, diventa nomen omen per antonomasia.




"Prince of Broadway" ha vagato a lungo, ma alla fine è riuscito ad ottenere una distribuzione. In Italia non arriverà, se non su Cult.Eppure questo film non è un docu ma una fiction a tutti gli effetti, con lo stile sghembo della macchina da presa, l'amatorialità, ma, caso raro, dall trailer, quel realismo che manca a prodotti di nicchia preconfezionati. Con il patrocinio di Lee Danields, il film sulla paternità inattesa di un immigrato ghanese a New York, con i suoi stravolgimenti, tocca il cuore. Premiato a Torino con il Premio Speciale della Giuria nel 2008.



Esce negli Stati Uniti "The sicilian girl", film quantomai legato alle nostre celebrazioni odierne rivolte ai giudici Falcone e Borsellino, anche se in maniera indiretta. In Italia snobbato, sotto il titolo "La siciliana ribelle", è un atto coraggioso di cinema civile, rigoroso in certi punti, in cui si presenta una storia di cambiamento prima di tutto e di ribellione al sistema in cui si è vissuti. E' il caso di Rita Atria, che da famiglia mafiosa, si ritrova a lottare contro la mafia, per le circostanze della vita. La sua fine non ha molto a che fare con quella di Borsellino, di cui era la picciridda, ma non è meno importante di nessuna altra morte di eroi o eroine della nostra storia. Ricordiamo che Rita Atria era incensurata.

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