Juno - Title Sequence from Alain Benoit on Vimeo.
Up In The Air Title from Blue Management on Vimeo.
Leggevo di title-sequence, ovvero i titoli di apertura di un film, su un forum di appassionati. Beh, Jason Reitman, figlio di Ivan, si è imposto con uno stile riconoscibile a partire dagli stessi. Il sottofondo caustico, la trama in bilico tra leggerezza ed impegno, la cattiveria. Tratti del carattere contenutistico del regista. Dal punto di vista formale, Reitman sta all'arte come qualsiasi mestierante capace. Ma il tocco di originalità sta sempre nei titoli di apertura dei suoi film, che da una parte dichiarano l'originalità del regista e la relativa indipendenza, dall'altra hanno caratteri molto importanti per il giudizio del pubblico a primo impatto. Infatti lo slang di questa somma di inquadrature è, sul modello anni '80 con inflessioni da collage delle varie epoche/correnti artistiche, ampiamente estrapolato dalla pratica pubblicitaria, per colori, muischette, stili. Il cinema parte con l'essere un esperienza per gli spettatori ordinaria, ma al contempo, di seguito, diseguale rispetto agli slogan che precedono l'inizio del film o agli stessi trailer di pellicole da pubblicizzare a grande schermo, che, pur spettacolari o attese, vengono ristrette senza un interesse massimale. I title-sequence di Reitman sono veloci passaggi di inquadrature che dicono tanto senza dire nulla (come le pubblicità), da una parte rappresentano il contatto con il mondo televisivo, ordinario per lo spettatore, dall'altra sono espressione di un lavoro meticoloso e di livello altissimo, tanto da far notare la differenza che intercorre tra i due prodotti, e, quindi tra situazione casalinga e visione simultanea pubblica. Un tocco di stile che esalta la cinematografia e si serve dello slang pubblicitario-televisivo portato ad altissimi livelli, come se la cosa meno importante di un film, ai fini narrativi, come i titoli di testa, sia, di per sè, mille volte più artistica di qualunque forma che esca dal tubo catodico.
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