La top ten dei motivi per evitare "The road".
10) La vita è triste. Evitiamo di renderla ancora peggiore.
Quest'affermazione sembra essere del tutto ingiusta. Il cinema , come Arte, si occupa di motivi esistenziali. Ma quando i produttori italiani si astenevano a comprare i diritti per la distribuzione, probabilmente avevano il loro fondo di verità. Oggi il film esce per la Videa-C D E ed è pronto ad invadere le poche sale con il suo carico di grida, di scelte, di sofferenze, di angoscia. Una tristezza continua, fine a sè stessa, contagiosa per alcuni, disturbante per altri.
9) Il simbolismo non c'è o se c'è non si vede
Quando si affronta la tematica esistenziale e si definisce una visione post-apocalittica o un pensiero filosofico recondito di un testo letterario, sarebbe opportuno e auspicabile ricorrere al Simbolo. Penso a Kubrick, maestro "filosofico" i cui film sono connaturati, spesso, a elementi "altri o non" che compaiono sulla scena. La correlazione di eventi, in questo caso, segnata solo da particolari fisici e amenità da film horror, non fa' presa ed è immediatamente cancellata dalla tabula mnemonica. Nulla possono gli occhi di Robert Duvall.
8) Accozzaglia di volti, di strade, di paesaggi..
In poche parole, non capirete mai dove vi trovate. La vegetazione non è nè reale nè immaginaria, ma praticamente avvolta da colori tenui e freddi, mescolati con tratti più forti delle lampade per illuminare la scena. La luce è innaturale e meditativa. Ma più che far meditare, fà assopire. E quando si arriva al mare, non è nemmeno azzurro, come afferma un protagonista. Fotografato come mero pezzo estetico, rigido, stucchevole. I volti sono tutti diversi, ma praticamente con l'unica espressione della tristezza. Viva la vita!
7) La colonna sonora affidata a Nick Cave e Warren Ellis
E' un'eresia e mai avrei immaginato di poter affermare qualcosa di negativo su Nick Cave. Ma i suoni sinistri, seppur mitigati, in questo film non fanno che aumentare la tensione. O meglio allentano la tensione e coccolano lo spettatore, lo abbracciano e ne fanno un dormiente.
6) I personaggi
Partendo dalle definizioni identificative comuni, come faceva Griffith (The boy, The mother...), il libro di Mccarthy riesce a creare un mondo interiore, anche grazie all'ausilio della capacità di visualizzazione personale di ogni lettore, molto più sconvolgente ed emotiva. Qui i personaggi sono ridotti a esecuzioni enfatiche da parte del cast stellare. Sono meteore che appaiono e scompaiono, senza traccia. Sono sfondo del paesaggio, come spesso in McCarthy, ma senza alcun elemento che possa coinvolgere sul grande schermo
5)Le interpretazioni
Il casting doveva essere impeccabile. Ma probabilmente lo sbaglio è stato quello di puntare su attori in cerca di gratificazione da premio. Solo in questo modo si spiega l'interesse economico al progetto della star protagonista Viggo Mortensen. E se nel cast c'è Robert Duvall e soprattutto Charlize Theron, si comprende che lo scopo è quello di conquistare i premi dei propri "amici" e dei critici. Grazie al cielo, non è avvenuto. Il casting è una perfetta costruzione a tavolino. E, anche se Mortensen, parla del rapporto con il piccolo Kodi Smith-McPeeh come di qualcosa di intenso, siamo più propensi a credere il contrario. Infatti l'unica cosa meravigliosa del film sta nella capacità interpretativa e nell'aderenza al ruolo di Kodi. Nel caso dei bambini, per quanto già noti, risulta impossibile comprendere il modello recitativo che si segue e molto sembra avvolto dall'atmosfera di quella fase, che è insieme bellissima e difficile. Per il resto, l'intero cast finge e cerca di mostrare la sua bravura in momenti singoli, arrivando a perdere la minima traccia di affiatamento.
4) La sceneggiatura
Come detto, il film è una sequenza di avvenimenti senza diretto collegamento. Bastava per una comprensione l'incipit e la conclusione. A ciò si aggiunga che l'elemento emotivo e l'asse portante del rapporto padre-figlio che doveva dominare lo svolgimento dell'intreccio è praticamente un fuoco di paglia. Altro che fuoco interiore.
3) La presunzione
Una delle caratteristiche di Hillcoat, in questo film, è quella di creare di qualcosa di diverso. Non a caso, dopo la visione privata da parte dello stesso McCarthy, il regista tiene a precisare che lo scrittore ha apprezzato il taglio originale della pellicola. Hillcoat fà un pò l'indipendente, il cinefilo, l'autore. Per molti versi è solamente un visivo senza sostanza. Con in più la presunzione che il suo taglio sia originale.
2)I Coen
Da un altro romanzo ben più corposo e noto di "The road", che è invece l'esito di un percorso a tappe, amatissimo dai critici e vincitore del Pulitzer, è stata tratta la versione cinematografica dei fratelli Coen, molto più mordace e cinematografica, carismatica e affrontata sotto punti di vista inediti e di interpretazione personale. Il confronto è impari, 10 a 0. E il cast, la fotografia, la regia sono fantastici.
1)Altri film del genere
Ve ne cito uno, degli ultimi anni. E' Il "Children of men" di Cuaron, ricco di citazione psichedeliche, capace di costruire una realtà più complessa e reale, visivamente splendido, interpretato in modo eccelso, considerazione più evoluta del pensiero, meno astratto, e più emozionale, collegamento all'attualità e un numero più ampio di parole e adrenalina.
10) La vita è triste. Evitiamo di renderla ancora peggiore.
Quest'affermazione sembra essere del tutto ingiusta. Il cinema , come Arte, si occupa di motivi esistenziali. Ma quando i produttori italiani si astenevano a comprare i diritti per la distribuzione, probabilmente avevano il loro fondo di verità. Oggi il film esce per la Videa-C D E ed è pronto ad invadere le poche sale con il suo carico di grida, di scelte, di sofferenze, di angoscia. Una tristezza continua, fine a sè stessa, contagiosa per alcuni, disturbante per altri.
9) Il simbolismo non c'è o se c'è non si vede
Quando si affronta la tematica esistenziale e si definisce una visione post-apocalittica o un pensiero filosofico recondito di un testo letterario, sarebbe opportuno e auspicabile ricorrere al Simbolo. Penso a Kubrick, maestro "filosofico" i cui film sono connaturati, spesso, a elementi "altri o non" che compaiono sulla scena. La correlazione di eventi, in questo caso, segnata solo da particolari fisici e amenità da film horror, non fa' presa ed è immediatamente cancellata dalla tabula mnemonica. Nulla possono gli occhi di Robert Duvall.
8) Accozzaglia di volti, di strade, di paesaggi..
In poche parole, non capirete mai dove vi trovate. La vegetazione non è nè reale nè immaginaria, ma praticamente avvolta da colori tenui e freddi, mescolati con tratti più forti delle lampade per illuminare la scena. La luce è innaturale e meditativa. Ma più che far meditare, fà assopire. E quando si arriva al mare, non è nemmeno azzurro, come afferma un protagonista. Fotografato come mero pezzo estetico, rigido, stucchevole. I volti sono tutti diversi, ma praticamente con l'unica espressione della tristezza. Viva la vita!
7) La colonna sonora affidata a Nick Cave e Warren Ellis
E' un'eresia e mai avrei immaginato di poter affermare qualcosa di negativo su Nick Cave. Ma i suoni sinistri, seppur mitigati, in questo film non fanno che aumentare la tensione. O meglio allentano la tensione e coccolano lo spettatore, lo abbracciano e ne fanno un dormiente.
6) I personaggi
Partendo dalle definizioni identificative comuni, come faceva Griffith (The boy, The mother...), il libro di Mccarthy riesce a creare un mondo interiore, anche grazie all'ausilio della capacità di visualizzazione personale di ogni lettore, molto più sconvolgente ed emotiva. Qui i personaggi sono ridotti a esecuzioni enfatiche da parte del cast stellare. Sono meteore che appaiono e scompaiono, senza traccia. Sono sfondo del paesaggio, come spesso in McCarthy, ma senza alcun elemento che possa coinvolgere sul grande schermo
5)Le interpretazioni
Il casting doveva essere impeccabile. Ma probabilmente lo sbaglio è stato quello di puntare su attori in cerca di gratificazione da premio. Solo in questo modo si spiega l'interesse economico al progetto della star protagonista Viggo Mortensen. E se nel cast c'è Robert Duvall e soprattutto Charlize Theron, si comprende che lo scopo è quello di conquistare i premi dei propri "amici" e dei critici. Grazie al cielo, non è avvenuto. Il casting è una perfetta costruzione a tavolino. E, anche se Mortensen, parla del rapporto con il piccolo Kodi Smith-McPeeh come di qualcosa di intenso, siamo più propensi a credere il contrario. Infatti l'unica cosa meravigliosa del film sta nella capacità interpretativa e nell'aderenza al ruolo di Kodi. Nel caso dei bambini, per quanto già noti, risulta impossibile comprendere il modello recitativo che si segue e molto sembra avvolto dall'atmosfera di quella fase, che è insieme bellissima e difficile. Per il resto, l'intero cast finge e cerca di mostrare la sua bravura in momenti singoli, arrivando a perdere la minima traccia di affiatamento.
4) La sceneggiatura
Come detto, il film è una sequenza di avvenimenti senza diretto collegamento. Bastava per una comprensione l'incipit e la conclusione. A ciò si aggiunga che l'elemento emotivo e l'asse portante del rapporto padre-figlio che doveva dominare lo svolgimento dell'intreccio è praticamente un fuoco di paglia. Altro che fuoco interiore.
3) La presunzione
Una delle caratteristiche di Hillcoat, in questo film, è quella di creare di qualcosa di diverso. Non a caso, dopo la visione privata da parte dello stesso McCarthy, il regista tiene a precisare che lo scrittore ha apprezzato il taglio originale della pellicola. Hillcoat fà un pò l'indipendente, il cinefilo, l'autore. Per molti versi è solamente un visivo senza sostanza. Con in più la presunzione che il suo taglio sia originale.
2)I Coen
Da un altro romanzo ben più corposo e noto di "The road", che è invece l'esito di un percorso a tappe, amatissimo dai critici e vincitore del Pulitzer, è stata tratta la versione cinematografica dei fratelli Coen, molto più mordace e cinematografica, carismatica e affrontata sotto punti di vista inediti e di interpretazione personale. Il confronto è impari, 10 a 0. E il cast, la fotografia, la regia sono fantastici.
1)Altri film del genere
Ve ne cito uno, degli ultimi anni. E' Il "Children of men" di Cuaron, ricco di citazione psichedeliche, capace di costruire una realtà più complessa e reale, visivamente splendido, interpretato in modo eccelso, considerazione più evoluta del pensiero, meno astratto, e più emozionale, collegamento all'attualità e un numero più ampio di parole e adrenalina.
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