Notte folle a Manhattan




"Notte folle a Manhattan", in uscita nel weekend, è praticamente una serie di gag costruite a tavolino in un intreccio senza senso e necessità.La prospettiva è quella di divertire. Ma il risultato è monocorde, noioso e ripetitivo. Insomma una delle varianti del cinema blockbuster dello scambio di persone. La guerra tra sessi attualizzata e resa moderna da incursioni in night, la trama pretesto per sottolineare il talento comico degli attori, l'incessante corsa per sopravvivere, il finale lieto e zuccheroso. "Notte folle a Manhattan" è praticamente un riciclato del passato, un sostituto del presente, un film da homevideo. In qualche punto è spensierato, ma per il resto è pessimo. E niente può Steve Carrel, tantomeno Tina Fey, che partendo da una certa sfumatura nei suoi trascorsi televisivi, si è ritrovata a fare la star, diventando, al cinema, una copia scialba di sè stessa. Orrendo ruolo per Mark Walbergh, interpretato malissimo e con doppiaggio pessimo. Meglio va a James Franco, solo perchè si vede in poche scene. Anche il bravo James si trova a riciclare scarti del suo passato televisivo e ha uno stile molto vicino allo "Strafumati" di qualche tempo fa. La regia, affidata a Shewn Levy, a cui si devono disastri-cult come la saga "Una notte al museo", è praticamente una parioda del genere, senza un minimo di personalità. Guardando alla sceneggiatura, praticamente affidata all'improvvisazione dei due attori, ci sono i soliti momenti senza senso, dei passaggi forzati e qualche inutile volgarità. La notte dei due genitori scambiati per "criminali" scomodi diventa una lunga serie di sequenze che, pur essendo veloci, praticamente non dicono nulla. Bocciato su tutta la linea. Un pò come i Morgan di qualche mese fà.

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