Secretariat




Non è il nome di un film cult come "Secretary" che ha mandato in visibilio i sadomasochisti e feticisti del globo. Anche se l'argomento sessuale è comunque rimarchevole (si scherza). Freud, infatti, identificava nel cavallo un qualcosa associabile alla sessualità. In questo film, dal trailer, sembra che non ci sia niente da salvare. Ricordate"Seabiscuit", pamphlet biografico sul cavallo omonimo, la Grande Depressione e compagnia bella? Un polpettone che non vi consiglio neanche sotto tortura. Parto molto prevenuto con il film, prodotto dalla Disney, che racconta del cavallo recordman (oddio almeno recordpet) omonimo addestrato da Penny Chenery. Con tutta sincerità non ne sapevamo niente. Anche perchè, oltre al Varenne nazionale, la corsa dei cavalli non è che appassiona tanto nel nostro paese, a parte gli scommettitori incalliti che cercano la "stangata" (ma non hanno la "fortuna" di Paul Newman e Robert Redford). Il film sprizza buonismo da ogni fotogramma, con una fotografia leccata (da un cavallo)e Randall Wallace a dirigere. E ci aspettiamo il peggio della retorica. Perchè "We were soldiers", "Pearl Harbor" e"La maschera di ferro", del regista, ci hanno insegnato che la parzialità e l'inaccuratezza sono di casa. Nel cast John Malkovich e Diane Lane. Poveri loro e poveri noi.

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