Tv-Movie of the Day - Camera con vista



 Su Cult alle 22,45

James Ivory è l'autore più elegante della storia del cinema. Anche se per molti la sua rappresentazione del paesaggio è solo estetica, in controtendenza si può obiettare che l'estetismo e l'esoticismo non sono caratteristiche di poco valore. E Ivory dona al paesaggio inglese quel fascino senza tempo, cristallizzandolo in una bolla di sapone. E come ogni bolla di sapone, un attimo e non c'è più. Così i paesaggi di Ivory, tanto numerosi e pittoreschi, che non si possono contare. Vi parlo di un film importante della carriera del regista americano. Si tratta di "Camera con vista", romanzo di Foster e adettamento fedele. Ciò che mi preme sottolineare è che, a differenza della minuziosa scansione di "Quel che resta del giorno", il capolavoro per eccellenza, in questo caso il regista tolga spazio ad una sceneggiatura ferrea, compatta. Il film si divide in due parti, che sono collegate senza esserlo. Nella prima il viaggio di Lucy a Firenze e l'incontro con lo scontroso Emerson, nel secondo il fidanzamento con il colto Cecil nella pianura del Surrey, il naufragio dello stesso, la conclusione che è sicuramente liberatoria. Il risultato è stridente: alla perfezione della forma si contrappone, secondo alcuni, la capacità emozionale pressochè nulla. Io dissento. Perchè il lavoro di Ivory non è di semplice caratterizzazione, ma anche di graduale avvicinamento alla società descritta. Guardare i film di Ivory consente di scorgere il tempo e la storia sotto un'ottica che si concentra sull'individuo, molto spesso aristocratico, e non solo sul fenomeno. Ma ciò che conta è la capacità di segnare, anche con passaggi bruschi, sempre tramite l'uomo singolo e non la descrizione generalizzante, il cambiamento della società prima e nel corso del Novecento. L'analisi delle classi non è cinico, ma del tutto corretto. Il personaggio di Charlotte, cugina di July, interpretato dalla magnifica Maggie Grace, nella sua assurdità (per il nostro mondo), è un lavoro di psicologia fine condito da una capacità ironica non indifferente. Il conflitto di classe non è dirompente, ma l'aver adattato molti romanzi di Foster fa intendere che è un elemento imprescindibile nella poetica dell'autore. Ivory, in "Camera con vista", non si scompone, come in molti altri casi. La sua freddezza non è però di copione altezzoso, è qualcosa di più sottile, più sfumato. Ivory non racconta gli eventi storici ma riesce, con alcune battute lampo, a farne intravedere la portata. E' per questo che July è una protofemminista, che si respira aria di omosessualità, poi evidente in "Maurice" dello stesso Foster e trasposto da Ivory, che nascono i primi turbamenti esistenziali. Merito dello scrittore, ma anche merito di chi coglie l'elemento focale del testo e lo traspone senza snaturararlo. E se questo significa semplificazione, mancanza di solidità narrativa, che ben venga. Il film lanciò Helena Bonham Carter e offrì altre interpretazioni memorabili di attori oggi non troppo attivi come Rupert Graves, che rivedremo nel film all british "We want sex" con Sally Hawkins e Bob Hoskins, e Julian Sands senza dimenticare Simon Callow, un irriconoscibile Daniel Day Lewis oltre al cameo di Judi Dench. Capolavoro.

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