Marlene Dietrich photoshoot



























Marlene Dietrich odiava von Strenberg. E non aveva torto, visto che il famoso regista con titolo nobilare fasullo nel nome, odiava Marlene Dietrich, come buona parte delle donne. Ma Marlene e von Strenberg si amavano a modo loro. E non c'erano cattiverie gratuite, imposizioni misantrope e misogine che potessero cimentare il loro rapporto. Se si analizzasse il rapporto tra i due in chiave psicologica, si potrebbe scrivere un trattato. Marlene è una donna alta, bella, in un primo tempo di una bellezza fragile, poi aristocratica e androgina, ma è anche l'asse forte del rapporto, la donna che tende a riappacificarsi. Come la Bardot e la Garbo, sua grande rivale per la MGM, la star della Paramount smette di lavorare piuttosto presto. A differenza delle altre due, ritorna al cinema più in là, l'ultima volta nel 1975, con scarsa fortuna. La Dietrich è una stella troppo sofisticata per il nuovo pubblico, e il suo anticonformismo era divenuto consuetudine e prerogativa di altri generi artistici (pensiamo alla musica) più vicini ad una fruiziopne diversa. Le pose, in questa sorta di photoshoot, ci fanno intendere che ogni singola scelta della diva derivi da una meticolosità e da una preparazione mostruosa. L'angelo azzurro non finisce presto come Strenberg, ma finisce troppo presto per il talento che possedeva. Cantò molti brani, e la sua "Lily Marlene" divenne un inno pacifista.

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