Il mistero dei fenicotteri rosa























































Il fatto oggettivo è che la Disney osa. La serie di documentari sulle varie forme naturali, facente capo alla branca DisneyNature, cominciato con "Microcosm", proseguito con "Earth" e confluito nella dimensione più vivida di "Oceani" tra poco nelle sale, ha una sorta di rivincita narrativa con questo film. Perchè, a differenza di altri, troppo articolati e con raccordi non propriamente coerenti, "Il mistero dei fenicotteri rosa" segue una parabola conseguenziale che ha un taglio insieme divulgativo (caratteristica del documentario) e poetico (fonte primaria del cinema di finzione). L'intreccio non è allusivo, ma temporalmente dilatato e tale cosa si lega direttamente alla struttura della storia, circolare, perpetua, affascinante. I fenicotteri rosa sono, per i nativi africani, una sorta di mediazione con la divinità che spesso identificano nei vulcani. Sono, a differenza di qualsiasi specie sulla terra, in grado di resistere a temperature torride, soggetti ad un processo di selezione a tappe. La vita dal pulcino alla vecchiaia è un piccolo miracolo, anche perchè la quantità di inquinanti nel territorio un tempo immacolato sta compromettendo il perpetuarsi della specie. Dalla nascita, preceduta da riti che ricordano il coro della tragedia greca, con movimenti coordianti e quasi all'unisono, e dal peregrinare verso il lago di sale (sono dotati di una ghiandola in grado di espellere parte del sale assorbito, anche se lo stesso è molto pericoloso nella prima parte dell'esistenza per la formazione di aggregati salini sulle zampe che determinano l'immobilità e quindi la facilità ad essere esposti alle prede, oltre che l'incapacità di proseguire il primo lungo viaggio della vita per i pulcini), alla creazione di una nuova vita, alla morte, si levano in aria i ritratti dipinti di questi grandi truccatori, che si cospargono di colore per rendersi appetibili per la procreazione. Il documentario scorre via, lineare, visivamente impressionante soprattutto per la resa tecnica capace di rendere le splendide immagini in campo lunghissimo dei "quadri viventi" emozionanti fino alle lacrime. Non rivoluziona il genere, non è un riferimento fondamentale, sta di fatto che la Disney, si veda la Giornata della Terra, ha scelto di seguire un percorso di alto profilo. Evitate la lingua italiana e datevi ai sottotitoli.

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