Film 2010 - "Rabbit Hole"e "Jack goes boating"



"Jack goes boating" è un progetto della Overture Films che, quest'anno punta su tre titoli sulla carta molto forti, tra cui il ramake di "lasciami Entrare". E' il film che segna il debutto di un grandissimo attore, Philip Seymour Hoffman, che ha scelto prodotti sempre meritevoli e privi di una banalità banale, giocando molto sulla sua fisicità "normale". In questo film, in cui recita accanto ad Amy Ryan, ripropone un'opera teatrale (off-Broadway, ovvero produzione teatrale a costo basso) di Bob Galudini, secenrggiatore della pellicola. La particolarità è derivante dal fatto che i due attori siano stati già protagonisti della piece teatrale e dal fatto che, nella definizione della vita sentimentale in una New York che ha un'ombrosità raggelante (tra l'altro Hoffman è affiancato dal cameraman di "La famaglia Savage" e la cosa risulta chiara), non formino l'unico coppia analizzata.




















Siamo quasi certi che "Rabbit Hole" sia un film di rinascita a tutto tondo per Nicole Kidman. Un ruolo intenso, amato alla follia tanto da produrlo con la sua stessa casa. Credo che questo fotogramma, in cui la sivede con Aaron Eckart, valga molto più di mille parole. La storia, tratta dalla piece teatrale di David Lindsay-Abaire, con Premio Pulitzer annesso e anche sceneggiatrice del film , tocca un argomento molto complesso da elaborare, il lutto di un figlio. Sandra Oh e Diane West nel cast. E soprattutto quel John Cameron Mitchell che tradisce parte della sua vocazione alternativa, edivente nei suoi due primi lungometraggi, a livello tematico (in particolare "Shortbus") e riannoda la propria esperienza personale. Un film che ha l'aria di una seduta terapeutica. Per ricominciare a vivere.

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