Bright Star




BRIGHT STAR
di John Keats


Fulgida stella, fossi fermo come tu lo sei
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte,
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita,
le mobili acque al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno a rive umane,
oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta
della neve sopra i monti e le pianure.
No - pure sempre fermo, sempre senza mutamento,
vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore,
sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine
a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,
e così vivere in eterno - o se no venir meno nella morte.



"Bright Star", "Stella Lumiosa", omaggia il suo autore, John Keats, una spina dolorosa della rosa nella seconda ondata di astri romantici, quella di Byron e Shelley , poco prima dell'avvio del decadentismo. Jane Campion propende al "fotogramma" di una storia d'amore tragica, piuttosto che ad una biografia esaltante. E così restituisce l'incedere della vita, le attese, i turbamenti, le parole, gli sguardi, le carezze, i paesaggi di Hampstead Head, il dolore del vuoto, la vacuità che non ha tempo dei momenti compositivi, sistematicamenti ricusati da critici infermi di comprensione. Un film che è un dipinto, costruito in modo superbo dal direttore della fotografia Greig Fraser. Un dipinto con toni lievi, cromatismi gelidi, senza calore, o quand'anche luminosi, di una luce fioca, senza bagliore accecante. Un film che è una parata di moda, dove il costume d'epoca è base per una rivisitazione sartoriale, guidata da Janet Patterson, storica collaboratrice della Campion, che media tra mondi distanti, riassemblando tutta la moda passata in un'ottica moderna. "Bright Star" è un sospiro lunghissimo, un evento senza esserlo, un vaso di parole, di versi, che si fanno iscrizioni lapidarie ("Qui giace colui il cui nume fu scritto sull'acqua"), un connubio di Amore e Morte, di Creazione artistica ed Emozione umana. Un'opera "romantica" per temi, aspirazioni, climax sentimentali, paesaggi che sfondano lo schermo con la loro bellezza, scomposta, senza tempo, ombre senza luce, e luci costeggiate da ombre. Adattamento di un romanzo di Elido Fazi, nelle mani della stessa regista, non è un film su John Keats, ma sul suo amore Fanny Brawne, devota a lui per tutta la vita, tra attese e ricerche, qualche gioia apparente e un senso di tragicità immanente che sottende la sua vita, la loro vita. Jane Campion dà la parte di Fanny a Abbie Cornish, australiana, che arriva ad un livello tale di immedesimazione che la si incarna completamente nel suo personaggio. A lei fa eco, nei panni del poeta, Ben Whishaw, britannico, un folletto estraneato dalla realtà che vive nel film a costume.



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