Scatti made in Italy






























































































































La prima si chiama Anita Caprioli. E' probabilmente una delle attrici più complesse del nostro paese. Anita non è mondana, viene dal teatro (e si vede), sceglie con cura i suoi film. E' stata protagonista della qualità indipendente degli ultimi anni, dal mitico "Non pensarci" al cult italiano sulla legge Basaglia "Si può fare", uno dei ritratti più complessi e umani dell'ultima cinematografia con la direzione di Giulio Manfredonia. Anita è molto apprezzata da un certo tipo di registi. Alina Marrazzi, nel suo documentario femminista, l'ha scelta come voce portante. Esordisce al cinema con Ferrario, non ripete le collaborazioni, passa da Zeffirelli a Verdone, da Salvatores a Ponti, fino a Montaldo.
La seconda foto, in ordine, inquadra Isabella Ferrari, attrice recuperata con un lavoro molto intenso da bravi registi. La Ferrari aveva nei suoi primi film un'immagine lolitiana, ora sfiora il conturbante e l'adulto sfumato. Come è stata recuperata? Partendo da una fiction di successo, Distretto di Polizia che l'ha imposta al grande pubblico e che ha carpito l'interesse di registi come Grimaldi, Corsicato, De Maria, Ozpetek.
Segue Carolina Crescentini, attrice giovane e sicuramente più valida di Laura Chiatti. Ha all'attivo un insieme di film non esaltanti, ma l'interesse di Maselli e Montaldo, nonchè il ruolo, il migliore, in "Due partite" di Monteleone, la pongono in una posizione di maggiore spicco rispetto alle sue coetanee. La Crescentini vanta un background critico.
Infine l'attrice del momento, in termini di bellezza mozzafiato e bravura, è Caterina Murino, splendida Bond-girl del penultimo 007. La Murino è un persopnaggio vincente, solo che le sue scelte attoriali non hanno, in via di massima, lasciato il segno. Si dedica con costanza e passione al teatro che l'ha vista dilettarsi, a quanto leggiamo, su testi di Jorge Amado e Tennesee Williams.

Commenti