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marzo 11, 2010

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Il Profeta, film candidato all'Oscar di Audiard con il talento Tahar Rahim

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Invisibili di San Valentino - Paris, Je t'aime (2006)

Bruno Podalydès (segmento "Montmartre") Gurinder Chadha (segmento "Quais de Seine") Gus Van Sant (segmento "Le Marais") Joel e Ethan Coen (segmento "Tuileries") Daniela Thomas e Walter Salles (segmento "Loin du 16e") Christopher Doyle (segmento "Porte de Choisy") Isabel Coixet (segmento "Bastille") Nobuhiro Suwa (segmento "Place des Victoires") Sylvain Chomet (segmento "Tour Eiffel") Alfonso Cuarón (segmento "Parc Monceau") Olivier Assayas (segmento "Quartier des Enfants Rouges") Oliver Schmitz (segmento "Place des Fetes") Richard LaGravenese (segment "Pigalle") Vincenzo Natali (segmento "Quartier de la Madeleine") Wes Craven (segmento "Pere-Lachaise") Tom Tykwer (segmento "Faubourg Saint-Denis") Gérard Depardieu / Frédéric Auburtin (segment "Quartie

Review - Les Amours imaginaires (2010)

In molti troveranno "Les Amours imaginaires" un film autoreferenziale e formalista. E non c'è torto in questa osservazione. Per altri, il confronto con il meno preparato Tom Ford, regista del discutibile (e per chi vi scrive ammorbante) "A single man", sembra un obbligo. Patinato, rallentato, pubblicitario. In realtà, non c'è storia. Xavier Dolan, 21 anni, attivo da una vita, presenta a Cannes il suo secondo film da regista (era stato acclamato con "J'ai tué ma mère") e fa il botto, lasciando i suoi concorrenti al palo. E' molto difficile, o meglio improprio, parlare di genialità. Eppure questo folletto canadese è, per molti versi, un piccolo genio. La genialità deriva dalla sua capacità multiforme di curare ogni aspetto della pellicola, dalla recitazione (è un ottimo attore) al montaggio, alla sceneggiatura, al gusto scenico che unisce componente tipicamente artigianale a basso budget ad uno stile ultracitazionista che è una rielabo

Round-Round-Round The others vs. Mare Dentro

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